Spargere semi di gentilezza

Il bisogno di ricevere e di trasmettere atti di gentilezza è sempre più diffuso. Se, da un lato, sembra che la rabbia e l’odio prevalgano, dall’altro, una maggioranza, spesso silenziosa, lavora affinché la gentilezza venga riportata nel quotidiano come elemento indispensabile per vivere meglio, non solo a livello comunitario, ma anche individuale. E sì, perché gesti e atteggiamenti gentili migliorano le interrelazioni umane e le rafforzano. Al contempo, attivano nell’organismo una serie di sostanze che ci rendono più felici.

La pandemia e le relative conseguenze in vari ambiti hanno creato quella “tempesta perfetta” che alimenta una serie di insicurezze sia personali, sia sociali. La mancanza di punti fermi – unita a una serie di fake news – si è rivelata un terreno fertile su cui innestare comportamenti aggressivi e intolleranti. Per contrastare la diffusa maleducazione occorre nutrire una maggiore gentilezza verso se stessi e verso gli altri.

È per questo che quest’anno, il 13 novembre è ancor più importante ricordare e celebrare la Giornata mondiale della Gentilezza. L’idea di lanciare una simile ricorrenza è nata molti anni fa in Giappone su iniziativa del Japan Small Kindness Movement, fondato nel 1988 a Tokyo. Nel 1996, venne costituito il World Kindness Movement.

Da allora, sempre più numerosi paesi hanno iniziato a festeggiare la gentilezza, sottolineando quanto sia una qualità fondamentale per sviluppare reti comunitarie solide. Ovviamente non ci si riferisce a quelle forme di cortesia artificiose, non spontanee, bensì a modi di essere che esprimono attenzione, rispetto, pazienza, ascolto. Anche nel nostro Belpaese è attivo ormai da anni il Movimento Italiano per la Gentilezza, che per celebrare la giornata del 13 novembre 2021 ha promosso diverse iniziative (per approfondirle visita il sito www.gentilezza.org)

Gentilezza per stare meglio

Gli atti di gentilezza hanno il potere di liberare una serie di ormoni del benessere. Per esempio, viene attivata l’ossitocina, definita “l’ormone dell’amore” in quanto viene solitamente rilasciata dopo il parto, durante l’allattamento e dopo l’atto sessuale. L’ossitocina è associata all’empatia e all’altruismo. Comportamenti gentili attivano anche l’endorfina, “l’ormone del benessere” e la serotonina, che ci aiuta a ritrovare calma, serenità e che agisce come stabilizzatore dell’umore, prevenendo stati depressivi.

Nelle tradizioni contemplative e spirituali di vari popoli troviamo pratiche volte a nutrire la gentilezza. Basti considerare la Meditazione sulla gentilezza amorevole, una forma contemplativa tipica del buddhismo. In questo caso, si parla di Metta, termine in lingua pali che indica gentilezza, amore, amicizia e disponibilità. La meditazione sulla gentilezza amorevole è una pratica potente, che tranquillizza, che ci invita ad aprirci agli altri e ad ascoltare il nostro mondo interiore per trovare pace. Per approfondirla clicca qui.

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