Il lato femminile e sacro delle asana

Nella tradizione dello yoga le asana vanno oltre la dimensione puramente fisica e materiale. Esse infatti simboleggiano vari elementi reali e/o spirituali. Per esempio, tante asana rappresentano figure di animali, come Bujangasana, la posizione del cobra, o Ustrasana, la posizione del cammello, o ancora Simhasana, la posizione del leone. Altre asana, invece, sono una manifestazione di alcune divinità induiste. Occorre ricordare che lo yoga è nato nel contesto induista e perciò ne è in parte influenzato, sebbene rimanga – almeno in Occidente – una disciplina fondamentalmente laica. Diverse asana si ispirano o sono manifestazioni di alcune divinità del pantheon induista. Fra queste troviamo varie posture ispirate a divinità femminili.

Parvati e la posizione della dea della montagna

Parvatasana è la posizione della dea della montagna. Si ispira alla dea Parvati, la dea della montagna, consorte del dio Shiva. Essa incarna la sposa divina e il perfetto completamento dell’unione spirituale e sessuale. Parvati rappresenta la Madre dell’Universo e la shakti, l’energia femminile. Parvatasana simboleggia la forza, la stabilità, la determinazione, il coraggio, ma anche l’elevazione verso il cielo. Si esegue adottando una postura assisa, a scelta tra la posizione del loto (Padmasana), o del semi-loto o a gambe incrociate. Nell’ispirazione si sollevano lentamente le braccia in alto, mantenendole distese, con i palmi delle mani rivolti verso il cielo. Quando le braccia sono completamente distese si uniscono le mani sopra il capo, intrecciando fra loro i pollici. La schiena è ben allungata. Nell’eseguire questa postura si può visualizzare l’immagine di una montagna o immaginare di rappresentare una montagna: le gambe intrecciate rappresentano la sua base, mentre le mani e le dita delle mani la vetta. È consigliato rimanere in Parvatasana per un ciclo di almeno di 3 respiri. Dopo di che espirando si riportano le braccia verso il bacino, e le mani sopra le ginocchia, per poi ripetere l’asana altre due volte.

Parvatasana agisce su vari centri d’energia:

  • sul Muladhara chakra (rafforzando la stabilità e la determinazione);
  • sull’Anahata chakra (sviluppando forza e coraggio);
  • sull’Ajina chakra (attivando il collegamento con la dimensione spirituale rappresentata dal cielo).

Parvatasana è benefica per i muscoli della schiena; espande la cassa toracica e lavora sul diaframma; purifica il centro del cuore.

Maha Devi Asana, la posizione della Grande Madre

Madhavi Devi significa “splendore-trascendente” ed è una delle tantissime manifestazioni della Grande Madre o Grande Dea, compagna di Shiva. In tanti testi antichi, come nei Purana, troviamo il culto della dea. Nei Tantra la dea rappresenta la divinità assoluta e totale. La dea, nella Tara Upanishad, viene considerata simbolo dell’immensità inqualificabile. Maha Devi Asana manifesta questa sacralità dell’energia femminile. La postura si esegue partendo in piedi. Si divaricano le gambe e, nell’inspiro, si alzano le dita dei piedi. Nell’espiro, si ruotano i talloni portando le dita dei piedi verso l’esterno. I talloni sono orientati verso l’interno. Si flettono le ginocchia e si spinge il bacino verso il basso. Le braccia sono aperte. Si piegano poi gli avambracci, formando un angolo di 90°. Le spalle sono ben dritte. Lo sguardo è fermo, consapevole, gli occhi aperti. Il busto ben esteso e dritto. È una postura che trasmette stabilità, equilibrio, forza, ma anche apertura. È benefica per le spalle e inoltre rafforza il bacino. Agisce in particolare sul Muladhara chakra.

Lakini Asana, la postura della dea della virtù

La posizione di Lakini fa parte dello Yoga Ratna. Lakini è la dea della virtù, è “colei che dà e che prende”. È una figura femminile di buon auspicio e protettiva. Eseguirla permette di stimolare vari centri energetici, in particolare il Manipura Chakra. Aiuta anche a riequilibrare Agni. Si esegue partendo seduti sui talloni uniti. Nell’espiro si piega il busto in avanti. Le palme delle mani sono vicine alle ginocchia, a terra. Nell’inspiro si porta il peso del corpo sulle mani sollevando il bacino. Nell’espiro si stende indietro la gamba destra, mentre nell’inspiro si portano le mani sul ginocchio sinistro. Espirando lentamente, si porta indietro il braccio destro e contemporaneamente si rotea il busto a destra. Il dorso della mano destra viene appoggiato sulla gamba destra. Lo sguardo è rivolto al palmo aperto della mano destra. Questa posizione è benefica per i muscoli dorsali, pettorali e addominali.

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