Hridaya Yoga, verso la non-dualità

Lo yoga chiamato Hridaya è incentrato sulla dimensione spirituale della pratica. Intraprenderne il percorso significa raggiungere la vera essenza del sé, l’Atman, il “cuore spirituale”. Lo Yoga Hridaya è stato sviluppato da Sahajananda insieme ad altri insegnanti yoga desiderosi di riattualizzare l’antica tradizione yogica fondata sugli insegnamenti di Patanjali, integrandoli poi con la visione non-duale dell’Advaita Vedanta e con lo yoga Shivaista del Kashmir. Lo Yoga Hridaya è di fatto un approccio nuovo alla pratica, sebbene le sue fondamenta si debbano rintracciare nelle classiche scritture dello yoga delle origini.

Nella prospettiva di questo approccio gli asana e le tecniche di meditazione si focalizzano sul risveglio della dimensione spirituale, individuabile nel “cuore”. Non è però il “cuore” cui ci si riferisce quando si parla di anahata chakra, poiché si va oltre i confini dell’Essere, per abbracciare qualcosa di molto più vasto. I cultori dell’Hridaya Yoga dicono di percepire il divino al centro del proprio cuore. Ciò esprime il fine ultimo della pratica, in quanto “yoga” significa appunto “unione”. Lo yoga Hridaya porta il praticante a superare gli attaccamenti e ad annullarli, andando oltre la dimensione individuale, per realizzare, appunto, l’unione con la “coscienza universale”.

Questa forma di yoga consiste nell’esecuzione di asana tipici dell’Hatha Yoga e la pratica è sempre accompagnata dalla consapevolezza dei fenomeni energetici, così come da una profonda devozione verso la dimensione spirituale. In questo approccio si va oltre l’ego, in quanto non ci si prefigge di controllare il corpo e la mente. L’esecuzione degli asana non è rigida e non è orientata a obiettivi esterni al sé, ma anzi, l’attenzione del praticante è rivolta al mondo interiore, percependo la connessione con il Tutto. Per questo il praticante è invitato a essere consapevole della realtà ultima che è appunto spirituale. Questo approccio allo yoga lo si può approfondire nella sede centrale a Mazunte, in Messico, e alla periferia di Lione, in Francia.

 

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