Asana per correggere le posture errate

Adottare posture errate si rivela nel medio-lungo periodo una cattiva abitudine, che può provocare dolori e disturbi più o meno gravi. Possono essere diverse le situazioni in cui poniamo il nostro corpo in una posizione sbagliata, che altera il suo naturale equilibrio. Può capitare mentre si è seduti – in ufficio, a casa, quando si legge, si studia, si scrive al pc – incurvando troppo in avanti schiena e spalle; o anche camminando, spostando il bacino in un certo modo o portando il capo abbassato rispetto al busto. Sono vari i casi in cui si adottano posture sbagliate. Proprio a causa di queste posizioni improprie possono emergere dolori al collo, alle spalle, ai lombari o in altre zone spesso localizzate lungo la schiena. La pratica dello yoga può aiutare a sciogliere i blocchi e le contratture, favorendo al contempo una migliore posizione del corpo. Vediamo di seguito alcune asana che permettono di imparare a mantenere una corretta postura.

Tadasana

Tra le posizioni yoga di base, adatte a tutti, indicate per migliorare la postura vi è certamente Tadasana. Si tratta della posizione della montagna, utile per radicarsi e per allineare la colonna vertebrale in modo corretto. È un’asana che permette di prendere consapevolezza delle varie parti del corpo nello spazio e di come il peso del corpo sia ben distribuito. Tadasana aiuta a capire come si appoggiano i piedi, se la schiena è dritta o spostata in avanti, se il bacino è retroflesso, ecc.

Per eseguire la posizione della montagna occorre rimanere in piedi, adottando una postura ben eretta. I piedi sono appoggiati a terra e le braccia sono ai lati del corpo. I palmi delle mani sono leggermente aperti. La colonna vertebrale è dritta ma non rigida. È altresì importante distribuire equamente il peso del corpo su entrambi i piedi. Le ginocchia, le anche e le spalle sono allineate. Si chiudono gli occhi e si respira in maniera spontanea, senza sforzo. Si rimane consapevoli del flusso dell’inspiro ed espiro, portando l’attenzione ai piedi ben radicati a terra.

Utkatasana

Anche la “posizione della sedia” è efficace per sviluppare consapevolezza del proprio corpo e di come allinearlo. È un’asana che rafforza il senso di stabilità e di sicurezza, in quanto il corpo è allineato e i piedi sono saldamente ancorati a terra. Per approfondire l’esecuzione di Utkatasana clicca qui.

Bhujangasana

La posizione del cobra (chiamata talvolta del serpente) tonifica la colonna vertebrale, rendendola inoltre più flessibile. Per questo è un’asana che aiuta a correggere le posizioni sbagliate della schiena e delle spalle. Oltre a espandere il torace permette poi di tonificare il sistema nervoso. Per effettuare Bhujangasana si parte da una posizione distesa, proni. Le gambe e i piedi sono uniti, le mani sono sotto le spalle e la fronte è appoggiata al tappetino yoga. Inspirando, si solleva il busto dalla vita distendendo le braccia. Le gambe rimangono distese. Il pube resta a contatto con il suolo. Il peso del bacino viene scaricato prevalentemente sulle braccia. Se si avvertono fastidi alla schiena si può sostituire Bhujangasana con la postura della sfinge, anch’essa adatta per migliorare la flessibilità della colonna vertebrale. Per approfondire la posizione della sfinge clicca qui.

Paksinasana

Si tratta della “posizione del gabbiano”, inclusa nei percorsi dello Yoga Ratna. Sebbene sia un’asana adatta a tutti, sviluppa notevoli benefici. In particolare è utile proprio per correggere posture sbagliate, poiché raddrizza le spalle incurvate. Inoltre, fortifica la colonna vertebrale e tonifica al contemp sia i muscoli dorsali, sia quelli addominali. Come ogni asana agisce anche sul piano energetico, stimolando vari Chakra (Manipura, Anahata, Vishuddha).

Si esegue partendo da Tadasana. I piedi sono uniti e le gambe ben tese. La schiena è dritta, ma non rigida. Si inizia respirando in modo naturale e profondo e nell’espirazione si abbassa lentamente il busto in avanti. Si spingono quindi le spalle indietro e si inarca di poco il busto. In contemporanea si sollevano le braccia tese, portandole indietro. I palmi delle mani sono rivolti verso l’alto; anche lo sguardo tende verso il cielo. Si rimane in questa posizione per almeno cinque cicli respiratori.

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