Conciliare yoga e danza nella stessa attività è possibile grazie a un nuovo metodo chiamato Qoya. L’ideatrice è la statunitense Rochelle Schieck, 37 anni, che ha viaggiato in tutto il mondo, dal Perù all’India, dallo Zimbabwe alla Nuova Zelanda, apprendendo varie tradizioni legate non soltanto allo yoga. Ha studiato meditazione Vipassana e ha incontrato numerosi maestri indiani. Nella pratica yogica, però, sentiva che le mancava una dimensione femminile nei movimenti, così, attraverso una sua rielaborazione personale dei vari insegnamenti, Rochelle Schieck ha creato, dieci anni fa, il sistema Qoya.
La centralità della parte Yin
Il nome è in lingua Quechua e significa “regina”, a sottolineare la centralità della parte yin. Una “lezione tipo” di Qoya include una fase di centratura del cuore, una sequenza di yoga, una “danza delle ombre”, una danza coreografica, una danza libera, un momento di condivisione, il tutto unito alla musica. L’intento è quello di permettere alle partecipanti – perché le sessioni di Qoya sono rivolte alle donne – di esprimere liberamente le proprie emozioni, creando gesti morbidi, sensuali, in modo da amarsi, amare il proprio corpo e apprezzarsi di più. Il connubio tra yoga e danza permette di esplorare la dimensione più profonda del sé e di risvegliare una “memoria sensoriale” troppo spesso lasciata silente, o rinchiusa in un angolo ancora inesplorato. Il percorso Qoya facilita una riconnessione tra la parte fisica, emozionale, creativa e spirituale. Le donne riscoprono da un lato, la loro saggezza attraverso la pratica yogica, dall’altro, la loro essenza più selvaggia tramite la danza libera. Tutto avviene in un contesto “protetto”, privo di giudizi, scandito dalla forza del femminile.