Lo yoga giapponese, far circolare l’energia vitale

Intervista a Selene Calloni Williams

Lo Yoga Giapponese è una disciplina orientale che permette di raggiungere una condizione di profondo benessere, grazie al risveglio e alla stimolazione dell’energia vitale. È una pratica adatta a tutti, rispettosa dei limiti di ciascuno. Esercitata in modo continuativo, con costanza, per un periodo di ventuno giorni offre risultati impressionanti.

Per capire meglio le peculiarità dello yoga giapponese, abbiamo intervistato Selene Calloni Williams, che da anni porta in Europa e negli Stati Uniti gli insegnamenti da lei appresi nel Sol Levante frequentando gli sciamani yamabushi e le miko, le sciamane shintoiste. Insegnamenti che ha spiegato in modo dettagliato in vari libri di successo, come Shinrin Yoku, Ikigai e Wabi Sabi. Selene Calloni Williams da oltre trent’anni pratica e insegna varie forme di yoga, di derivazione tantrico- sciamanica. Tramite Imaginal Academy, la scuola da lei fondata, propone diversi seminari, corsi, masterclass, viaggi che parlano il linguaggio poetico dell’anima, ampliamo la visione di sé e della realtà, permettendo di abbracciare l’invisibile, il sacro, la non-dualità.


Com’è nato lo yoga giapponese?

I giapponesi sono bravissimi a prendere varie conoscenze e discipline da altri paesi per poi adattarle alla loro cultura e a migliorarle. È stato per esempio il caso dello zen, attinto dal taoismo cinese, o dell’usanza del matcha, presa sempre dai cinesi e poi arricchita da una meravigliosa cerimonia del tè. E così hanno fatto per lo yoga della tradizione vedica. L’hanno potenziato fortemente.

Lo yoga giapponese è nato nel corso del Novecento, grazie al maestro di arti marziali Tempū Nakamura. Fu lui a sviluppare lo yoga giapponese riprendendo e rivisitando lo yoga classico dell’India. Nakamura si avvicinò alla pratica yogica per curare una brutta malattia. Nonostante vari tentativi di cura in Occidente, Nakamura rimaneva sempre debole fisicamente.

La svolta nella sua vita avvenne quando incontrò il maestro indiano Kaliapa, che lo iniziò alle conoscenze yogiche. Nakamura seguì Kaliapa nel suo viaggio verso l’altopiano himalayano e restò con lui per tre anni. Fu proprio grazie allo studio e alla pratica dello yoga tradizionale che Nakamura riuscì a ritrovare un profondo equilibrio.

Una volta tornato in Giappone, Nakamura adattò le conoscenze acquisite alla cultura shintoista, integrando l’approccio dello yoga indiano con i principi del do-in, delle arti marziali giapponesi e della meditazione zen.

Quali sono le caratteristiche distintive dello yoga giapponese?

Lo yoga giapponese si adatta molto bene all’uomo contemporaneo. Integra insieme fra loro buddhismo, arti marziali, shintoismo e posture yogiche. La sua principale caratteristica è quella di basarsi su micro-movimenti, eseguiti in una condizione di immobilità. È uno yoga fluido, dinamico, che aiuta a risvegliare il Ki, l’energia vitale interiore. Far circolare questa energia in modo armonioso è fondamentale per ripristinare l’equilibrio. L’armonia tra mente e corpo si compie grazie alla regolarità nella pratica.

Quali benefici infonde?

Lo yoga giapponese, se praticato in modo continuativo, aiuta a migliorare la concentrazione, calma la mente, favorisce anche un profondo rilassamento. È una pratica pro-attiva, che aumenta la volontà e la forza nella vita di ogni giorno. Ecco perché è particolarmente indicato a quanti sentono il bisogno di portare una trasformazione nella loro vita, che può essere un cambiamento lavorativo, o di una relazione, ecc. Per portare avanti un cambiamento occorre molta energia ed è proprio ciò che produce lo yoga giapponese. Lo fa, in un modo accelerato rispetto agli altri approcci yogici, grazie ai micro-movimenti di cui parlavo prima. Sono movimenti che permettono al Ki di fluire, evitando così stagnazioni dell’energia.

Perché hai iniziato a diffonderlo?

Lo yoga giapponese mi ha entusiasmata moltissimo quando ho iniziato a praticarlo e insegnarlo, perché si integra perfettamente con tutto ciò che porto avanti con l’Imaginal Academy. Oltre a proporre le sequenze fluide che permettono di far circolare l’energia grazie ai micromovimenti, lo yoga giapponese prevede meditazioni brevi e include frasi da ripetersi soprattutto prima di addormentarsi alla sera, che influenzano il nostro subconscio. Queste frasi mi ricordano le formule psichiche della creazione immaginale che noi ripetiamo nello yoga sciamanico. Mi ricordano anche l’OMI, One Minute Immersion, la potente tecnica che ho ideato e che aiuta ad affinare l’attenzione cosciente.

Quindi lo yoga giapponese è veramente affine a tutto ciò che insegno, ecco perché l’ho abbracciato intensamente. È una forma di yoga che ti solleva l’umore, poiché attinge tanto dalle arti marziali come il bushidō. Ha poi un altro aspetto straordinario: migliora la concentrazione e la presenza mentale, e in questo senso mi ricorda la Mindfulness Immaginale.

Quindi nello yoga giapponese possiamo trovare concentrati diverse pratiche, dall’hatha yoga classico, al tantrismo, dal buddhismo alla meditazione, ecco perché è bellissimo per me poterlo diffondere tramite ritiri, masterclass, seminari. È uno yoga che ci permette di riunire il visibile e l’invisibile, portando le nostre forze psichiche a risolvere i conflitti interiori.


Dal 15 al 20 Novembre 2022, Selene Calloni Williams
conduce il Seminario-Retreat Yoga Giapponese e Kintsugi a Montegrotto Terme.


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