Curcuma, la “polvere d’oro” dell’India

Il suo color giallo-arancio è inconfondibile nei suk e nei mercati dell’India, Paese che rimane il primo produttore e consumatore al mondo. Amatissima anche oltre i confini orientali, la curcuma è tra le spezie più utilizzate in ayurveda per le sue numerose proprietà benefiche, confermate anche dalla scienza moderna.

Una storia millenaria

Chiamata anche “polvere d’oro” o “zafferano indiano”, la curcuma (Curcuma longa L.) fa parte della famiglia delle Zingiberaceae (la stessa cui appartiene lo zenzero). Della pianta si usa il rizoma polverizzato.

La storia e il suo impiego sono millenari. Nel sub-continente indiano, viene infatti usata da circa 4000 anni in differenti ambiti: nelle ricette e nei trattamenti della medicina ayurvedica, così come in varie cerimonie religiose.

La sacralità è correlata in particolare al suo colore dalle tinte giallo-arancio associate a Surya (la divinità solare).

La curcuma è antiossidante, in quanto contrasta lo sviluppo dei radicali liberi, e stimola il sistema immunitario. È benefica per l’apparato cardiocircolatorio, fluidifica il sangue ed è un alimento anticolesterolo

La venerazione per questa spezia si collega poi alle sue svariate azioni benefiche sul piano psico-fisico.

La sua azione risulta positiva per quanto riguarda le funzioni digestive; non a caso, l’organizzazione europea di fitoterapia la consiglia in caso di disturbi allo stomaco, o inappetenza. La curcuma svolge poi un effetto benefico a livello epatico e biliare.

Vari recenti studi in campo farmacologico hanno messo in evidenza altre proprietà della curcuma. È stato rilevato il suo alto potere antinfiammatorio e antiossidante analizzando l’azione della curcumina, che rappresenta l’elemento più attivo della spezia.

Ciò significa che la curcuma, se impiegata in modo corretto, all’interno di uno stile di vita sano, può contribuire a prevenire disturbi collegabili allo stress ossidativo: si parla quindi di malattie degenerative, come l’Alzheimer, ma anche malattie cardiovascolari.

Le sostanze presenti nella curcuma aiutano a prevenire e a trattare le infiammazioni, migliorando l’attività del cervello e ponendo quindi una sorta di “barriera” alla degenerazione cerebrale. È stato infatti messo in evidenza come in India – Paese in cui la curcuma è usata abbondantemente – i casi di Alzheimer siano inferiori rispetto alla popolazione statunitense, la cui alimentazione è ricca di cibi industriali e poco sani.

Come assumere e utilizzare la curcuma

latte d'oro curcuma yogi

Essendo una spezia molto versatile, la curcuma può essere assunta in diversi modi, per esempio, sotto forma di tisana – da bere lontano dai pasti – usando circa un cucchiaino in polvere a cui aggiungere una spolveratina di pepe nero e, a piacere, un cucchiaino di miele.

Esistono poi capsule ed estratti di curcuma, ma il miglior modo per assumerla è attraverso il cibo.

Ricordiamo che la curcuma è una spezia sattvica. La qualità definita “sattva” indica la presenza di un’energia intrisa di armonia e chiarezza.

La curcuma la si può usare per preparare piatti sia dolci, sia salati.

Fra le tante ricette, segnaliamo il latte d’oro (approfondisci qui), il kitchari e il dhal. Da considerare anche il curry, profumatissima miscela di spezie – oltre alla curcuma, contiene cumino, peperoncino, coriandolo, senape (gli ingredienti del curry variano in India a seconda della zona) –  utile per insaporire verdure, riso, minestre.

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