Cos’è il Trauma Center Trauma-Sensitive Yoga (TCTSY) e a chi è rivolto

Le differenti tecniche yogiche – asana, pranayama, mudra, mantra, meditazione – apportano numerosi benefici a differenti livelli. La pratica regolare agisce positivamente non soltanto sul piano fisico, ma anche a livello emozionale, psichico, energetico. Sul nostro sito e nei numerosi articoli della rivista Vivere lo Yoga abbiamo descritto diversi stili yoga, tradizionali e nuovi: dal classico Hatha Yoga al Restorative Yoga, dallo Yin Yoga allo Yoga ormonale e molti altri ancora; ciascuno con specifiche peculiarità e tutti accomunati dalla capacità di infondere benessere se praticati regolarmente.

Negli ultimi anni si sta progressivamente facendo conoscere anche il Trauma Center Trauma-Sensitive Yoga (TCTSY). Non si tratta di un nuovo stile, piuttosto è un metodo rivolto in particolare a quelle persone che hanno vissuto situazioni e relazioni avverse, dolorose, destrutturanti, e che ne conservano le profonde memorie nel corpo.

Per approfondire questo delicato argomento abbiamo rivolto alcune domande a Verena Sommer, insegnante di Ayuryoga e di meditazione, nonché facilitatrice in Trauma Center Trauma-Sensitive Yoga (TCTSY).


Il Trauma Center Trauma-Sensitive Yoga (TCTSY) è ancora poco conosciuto in Italia. Puoi spiegarci di cosa si tratta esattamente?

«Si tratta di un metodo yoga rivolto a coloro che manifestano sintomi da stress post-traumatico. Si parla specificamente di post-traumatic stress disorder (PTSD). È indirizzato quindi a persone che hanno vissuto abusi, o che sono state trascurate quando erano molto piccole, hanno patito abusi di potere, la mancanza d’affetto e protezione durante la fase di crescita. Si rivela indicato soprattutto per imparare a regolare le proprie emozioni e nel trattare gli stati interiori limitanti. A svilupparlo, nel 2003, è stato David Emerson, insegnante yoga e yogaterapista, in collaborazione con psicologi e neuropsichiatri presso il Trauma Center del Justice Resource Institute di Boston. Negli ultimi vent’anni, questo metodo è stato studiato e testato scientificamente. Le varie ricerche, pubblicate su autorevoli riviste – come Journal of Trauma and Dissociation e International Journal of Yoga Therapy  – hanno validato la sua efficacia, anche nei disturbi gravi che coinvolgono i veterani di guerra».

Per praticarlo occorre già aver seguito un cammino yoga?

«Non è richiesta alcuna esperienza preliminare. È il facilitatore che propone forme yoga a partire dalla propria esperienza, invitando i partecipanti a scegliere l’opzione che preferiscono. In questo modo attiviamo l’empowerment del partecipante, che può anche scegliere di non fare o di non sentire. Il punto fondamentale del Trauma Center Trauma-Sensitive Yoga è il linguaggio focalizzato sull’invito, unito alla proposta di scelta offerta alle persone. La possibilità di scegliere restituisce al praticante il potere sul proprio corpo. Il facilitatore evita ogni presa di potere. Quindi la persona esegue il movimento senza costrizioni, muovendo il corpo in base alle proprie scelte. Invece, non possono avvicinarsi al Trauma Center Trauma-Sensitive Yoga coloro che sono stati ospedalizzati per sintomi collegati allo stress cronico nei 6 mesi antecedenti l’inizio del corso. Non si tratta infatti di un percorso di psicoterapia, ma di una forma dolce di Yoga definibile “sensibilizzato”, riconosciuto da un agenzia governativa (USA) quale terapia aggiuntiva basata sull’evidenza scientifica».

Quali benefici apporta?

«Permette alle persone che manifestano sintomi da stress post-traumatico di ridurre ed eliminare i molteplici disturbi, di uscire dallo stato di shock e di riarmonizzare il sistema nervoso. Il ruolo del facilitatore è molto importante, perché propone incontri yoga in un modo tale per cui le persone si sentano protette, sicure, non giudicate. Il facilitatore quindi deve usare un certo tipo di linguaggio, appunto non giudicante, non deve essere invasivo, ma affidabile. Gli incontri sono rivolti o a singole persone, o a piccoli gruppi, proprio per creare e mantenere uno spazio sicuro e protetto. Per questo il facilitatore deve assolutamente evitare espressioni, atteggiamenti o  situazioni che potrebbero essere un potenziale trigger».

Cosa intendi per trigger?

«Con questa espressione mi riferisco a quei ricordi, a quelle memorie implicite immagazzinate da una persona che ha vissuto situazioni destrutturanti. Vivendo un certo evento o sentendo una certa parola quella persona rischia di portare a galla antiche ferite che il corpo conserva dentro. Se emerge un trigger la persona ritorna a quella situazione destabilizzante. Il trigger può essere così forte che rischia di riportare la persona a destrutturarsi. Ecco perché si desidera che le memorie possano uscire lentamente, in modo progressivo, affinché la persona, tramite le scelte che fa nella pratica, possa imparare a regolare le emozioni da sola.

Per questo il facilitatore deve essere in grado di creare uno spazio sicuro e protetto. Attraverso il Trauma Center Trauma-Sensitive Yoga si va a lavorare sul corpo, sciogliendo blocchi grazie a forme yoga e grazie alla relazione di fiducia che si viene a instaurare tra cliente e facilitatore. La persona torna nuovamente ad ascoltare e a sentire il proprio corpo, in modo consapevole e senza giudizio».

Per quanto tempo occorre praticarlo per ottenere i primi benefici?

«Secondo i monitoraggi scientifici i benefici non possono essere attesi prima di almeno 8 settimane di pratica consecutiva, alla frequenza di almeno un’ora a settimana».

Quale percorso formativo occorre seguire per diventare insegnante (o facilitatore) in Trauma Center Trauma-Sensitive Yoga  (TCTSY)?

«Occorre avere una formazione di 300 ore conseguita seguendo un Corso con David Emerson presso il “Center for Trauma and Embodyment”. La formazione è rivolta a insegnanti di yoga, terapisti e psicologi».

 

2 Commenti

  1. Buonasera sarei interessata al Vostro corso posso avere informazioni?
    Grazie
    Franca Boso

    1. Buongiorno Franca,
      grazie per averci contattato.
      Per tutte le informazioni sul Corso può contattare direttamente l’insegnante, Verena Sommer, insegnante di Ayuryoga e di meditazione, nonché facilitatrice in Trauma Center Trauma-Sensitive Yoga (TCTSY).
      Maggiori info qui:
      https://www.deayoga.ch/chi-sono/verena-sommer-insegnante-ayuryoga-ticino/

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