Chiarezza ed energia con le asana ispirate al diamante

La posizione del diamante è un’asana di base ed è caratterizzata da due varianti. La prima è chiamata in sanscrito Vajrasana: si tratta di una postura utilizzata in particolare per meditare o per rilassare la mente. Il nome deriva dal sanscrito “vajra”, che significa “diamante” (è anche tradotto con “folgore”). Il diamante rappresenta un simbolo importante nell’induismo e soprattutto nel buddhismo. Non a caso, nella tradizione buddhista troviamo la “via del diamante” L’altra variante è Supta Vajrasana, la posizione distesa del diamante.

Il simbolismo del diamante

Quello del diamante è un potente simbolo che si ritrova in varie tradizioni filosofiche e contemplative orientali. I giapponesi lo chiamano kongō, i cinesi jīngāng e i tibetani dorje. Il diamante rappresenta l’indistruttibilità, ma anche la tenacia e la forza che porta a superare gli ostacoli. Il diamante è anche luminoso, splendido ed è altresì simbolo dell’illuminazione, poiché distrugge le illusioni. Queste qualità sono quelle a cui si anela attraverso lo yoga e la meditazione.

VajrasanaVajrasana, la posizione del diamante

Vajrasana è conosciuta come una postura meditativa ed è ampiamente usata in varie tradizione contemplative: dalla tradizione buddhista del Tibet a quella dello zen giapponese.

Si esegue partendo da una posizione a terra in ginocchio. Le gambe sono unite e il dorso dei piedi è appoggiato al tappetino. Ci si siede sui talloni. La schiena è dritta, ma non rigida.

Quest’asana, seppur semplice, è sconsigliata a quanti abbiano disturbi alle ginocchia. Per rendere la posizione più dolce ci si può sedere su un panchetto basso da meditazione, con la seduta inclinata in avanti.

Benefici:
  • calma la mente
  • favorisce uno stato di concentrazione
  • agisce positivamente sul Chakra radice (Muladhara)

Supta Vajrasana, la posizione distesa del diamante

Questa versione della posizione del diamante consiste in una flessione completa all’indietro del busto. La parte iniziale è identica a Vajrasana. È però più complessa rispetto alla classica Vajrasana, in quanto richiede una buona elasticità. Per eseguirla ci si inginocchia, poi ci si siede sui talloni. Nell’ispirazione si portano le mani dietro la schiena. espirando si abbassa lentamente il tronco portando i gomiti a terra. Ci si sdraia dolcemente con le braccia tese oltre la testa. Gli occhi sono chiusi e le palme delle mani sono rivolte verso l’alto. Se la pressione delle gambe è troppo intensa si divaricano un poco le ginocchia. La respirazione è addominale, lenta e spontanea. Si mantiene la postura per almeno 2 o 3 cicli respiratori.

Benefici:
  • rivitalizza la zona del plesso solare
  • stimola l’allungamento dei muscoli delle cosce
  • permette di far fluire l’energia del Manipura chakra

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