Tra le varie forme di yoga troviamo quello definito Natya, termine che in sanscrito significa “danza”. Si tratta di un approccio yogico simile alla classica forma dell’Hatha Yoga, con la differenza che gli asana non sono statici, ma in movimento. In esso troviamo numerosi collegamenti con le tradizioni indiane legate sia alla danza, sia al teatro. In particolare, nel Natya Yoga vi sono elementi del Bharata Natyam, uno dei principali stili di danza dell’India, sviluppato per fini ritualistici in occasione delle celebrazioni nei templi. Esso rappresenta una forma di yoga integrale, in quanto la dimensione spirituale si manifesta attraverso i movimenti del corpo.

Una delle sequenze del Natya Yoga è ben spiegata dalla maestra Gabriella Cella. Si tratta della sequenza di Nartaki (Nartaki Natya). Nartaki è la danzatrice cosmica che rappresenta il processo di evoluzione. Come afferma Gabriella Cella: “Essa è un aspetto della prima materia primordiale, Prakrti, principio femminile attraverso cui il maschile del cosmo, Purusha, si manifesta”. La danza di Nartaki è ideale per rendere il corpo flessibile e in armonia con tutto ciò che ci circonda. L’esecuzione avviene in piedi e ogni movimento deve essere accompagnato da una profonda respirazione. La sequenza sembra proprio una danza, con gesti delle mani e delle braccia circolari e con le rotazioni del busto.

Praticare il Natya Yoga significa ottenere profondi benefici: si produce un rilassamento dei muscoli del corpo e si sviluppa un’armonizzazione della circolazione del prana, l’energia vitale, nell’organismo. Questa forma di yoga si pratica spesso con un sottofondo musicale. Una sessione inizia sempre con pratiche di riscaldamento, in modo da preparare il corpo e la mente ai movimenti da compiere in seguito. Le posture in movimento seguono il ritmo, hanno un’armonia. Molto importanti sono i mudra, gesti delle mani che evocano uno stato d’animo interiore spirituale, associati a bandha e a pranayama.