Specifiche asana contribuiscono a migliorare la concentrazione. Lo yoga rappresenta infatti un metodo ideale per stimolare l’attenzione, favorendo al contempo uno stato profondo di serenità. La pratica regolare sviluppa forza vitale e calma mentale, grazie al riequilibrio delle energie e alla purificazione dell’organismo tramite il pranayama. Tutto ciò attiva una maggiore concentrazione.
Virabhadrasana III
Virabhadrasana è la posizione del guerriero. Si tratta di un’asana di base, che sviluppa equilibrio, concentrazione e coordinazione. Vi sono tre differenti “posizioni del guerriero”, tutte comunque ispirate a Virabhadra, ovvero quell’eroe che, secondo la tradizione induista, fu creato da Shiva. In questo caso, ci concentriamo su Virabhadrasana III.
L’asana si esegue partendo da Tadasana. Poi si flette il busto in avanti e si solleva la gamba posteriore in linea con il busto e con le braccia. Il piede posteriore viene ruotato a 45° verso l’esterno. Il busto è orientato in avanti. La gamba di appoggio è ben distesa e anche le braccia sono portate in avanti. Le braccia e le mani possono rimanere fra loro paralleli, oppure si possono unire le mani, intrecciandole, ed estendendo gli indici. Il peso del corpo si orienta versa la gamba e il piede ben ancorato a terra.
Virabhadrasana III favorisce l’equilibrio psicofisico, migliora la capacità di concentrazione e potenzia il flusso d’energia.
Paripurna Navasana
Navasana è la “posizione della barca”, un nome che riflette la posizione assunta dal corpo mentre la si esegue. Infatti, le gambe e il busto ricordano un’imbarcazione, mentre le braccia alzate ricordano i remi. Vi sono diverse versioni di quest’asana, ma quella più nota è conosciuta come Paripurna Navasana. Paripurna significa “intero” o anche “completo” e ciò si riferisce alla posizione delle gambe e del busto, entrambi sollevati.
Paripurna Navasana stimola il flusso dell’energia e favorisce equilibrio. È anche una postura di forza, poiché occorre sollevare le gambe utilizzando i muscoli addominali energia, equilibrio e vigore. Per eseguirla si parte inizialmente da Dandasana. Espirando si sollevano le gambe a circa 60°, mentre si abbassa leggermente il busto, spostando il peso del corpo verso il coccige. Le gambe sono distese e con il busto sembrano formare un angolo di 90°. Le braccia sono all’altezza delle spalle, e allungate verso le gambe e parallele al suolo. I palmi delle mani sono rivolti verso le ginocchia. Le ginocchia si toccano in quanto le gambe sono tra loro unite. Lo sguardo è rivolto verso i piedi. La schiena e le gambe sono dritte, ben allungate. Per facilitare l’equilibrio si può portare l’attenzione al respiro, concentrandosi in particolare sul Muladhara Chakra. Si mantiene la posizione per alcuni cicli respiratori, ma senza sforzare i muscoli addominali.
Prasarita Padottanasana
Prasarita significa “esteso” o “allungato”, mentre pada vuol dire “piede” o “gamba”. Questa posizione è un’asana semi-invertita, poiché solo la parte superiore del corpo modifica la sua classica posa, dato che la testa si appoggia al tappetino yoga.
Prasarita Padottanasana si esegue partendo dalla posizione della montagna (Tadasana). Si divaricano in modo ampio le gambe, le quali rimangono ben estese. Espirando, si appoggiano le mani sulle anche e si porta il busto in avanti, per compiere una flessione che parte dal bacino. Si portano poi i palmi delle mani a terra, tra i piedi, separati della stessa distanza delle spalle. Le mani sono ben aperte e si trovano sulla stessa linea dei piedi e della testa. Si mantiene la postura per almeno un ciclo respiratorio. La respirazione è profonda e consapevole.
Quest’asana a livello mentale, favorisce la concentrazione, mentre crea maggiore equilibrio sul piano emotivo. Per quanto riguarda l’aspetto energetico, è un’asana che armonizza il Sahasrara Chakra.
La meditazione Trataka
Trataka è una pratica classica dell’Hatha yoga e consiste nel fissare lo sguardo in un punto. L’antico testo indiano Hatha Yoga Pradipika mette in evidenza i benefici che Trataka apporta agli occhi, per esempio riduce la stanchezza e favorisce l’attenzione. Trataka fa parte delle sei tecniche di purificazione che preparano il corpo e la mente alla pratica di asana e pranayama. Anche nella scrittura Gheranda Samhita vengono descritti i benefici di questa tecnica, tra i quali rientra lo sviluppo della visione profonda.
Per praticare Trataka si utilizza in genere una candela accesa, che viene posta sopra un ripiano o comodino all’altezza degli occhi. La stanza viene illuminata solo dalla luce della candela. Ci si siede nella postura meditativa assisa a una distanza di circa 70 cm. Dopo essere rimasti con gli occhi chiusi per alcuni istanti, si inizia a fissare la luce della candela, nella sua parte superiore. Dopo di che chiudendo ancora gli occhi si ha la chiara impressione della luce della fiamma.