La meditazione di consapevolezza si può definire uno stato dell’essere. Essa consiste nel prendere pienamente coscienza del momento presente, senza giudizio. Porre l’attenzione al qui e ora significa percepire ciò che accade a livello fisico, emotivo e mentale. Significa osservare, senza cadere in un atteggiamento giudicante, le sensazioni che si provano, i pensieri che si manifestano, gli stati d’animo che vengono a galla. Osservare, però, non significa aggrapparsi né ai pensieri, né alle sensazioni che si provano. Questa pratica è sorta in Oriente e ha radici nella pratica meditativa buddhista.
In Occidente viene divulgata sia nella sua forma più laica, sia nella forma rispettosa della filosofia buddhista (filosofia che viene integrata nella meditazione). Tra i più noti maestri orientali ad averla introdotta in Occidente vi è certamente Thich Nhat Hanh, monaco zen vietnamita, autore di numerosi libri incentrati sulla meditazione e sulla presenza mentale. La meditazione di consapevolezza può essere praticata in vari modi. Fondamentale è porre l’attenzione a tutto ciò che designa l’istante presente. Possiamo eseguirla nella pratica cosiddetta formale, cioè nella postura assisa, con gli occhi chiusi, portando l’attenzione al respiro o compiendo il body scan. Oppure possiamo praticarla in modo informale in ogni momento della giornata, anche se si è immersi tra la folla.
Uno dei metodi più semplici consiste nell’osservare il proprio respiro. Portando l’attenzione a esso ci si può chiedere: “Com’è il mio respiro? È affannoso? È veloce o calmo?”. L’osservazione è sempre accompagnata dal non giudizio. Un altro semplice metodo consiste nel prendere consapevolezza dell’emozione che si sta vivendo, domandandosi: “Quali sensazioni fisiche mi crea questa emozione? In quale parte del mio corpo percepisco maggiormente tale emozione?”. È importante non contrastare l’emozione e non identificarsi con essa. Si può nutrire la propria consapevolezza anche mentre si cammina, portando l’attenzione a come alziamo e abbassiamo il piede. Così facendo, la vita stessa diventa un unico momento meditativo.