Abbiamo approfondito in molti articoli i numerosi benefici che apporta lo yoga a livello non solo fisico, ma anche mentale, psichico e spirituale. Se, da un lato, occorre ricordare che la pratica dello yoga non ha in sé come fine la cura del corpo, dall’altro, sappiamo che la regolarità nella disciplina produce profondi effetti positivi.
Tra questi vi è la stimolazione delle energie, cui si unisce un maggior senso di vitalità. Non sorprende che lo yoga venga spesso definito come la via della forza vitale e mentale. Le varie asana permettono di ritrovare una profonda connessione con il proprio corpo, inteso a livello olistico.
Vediamone di seguito alcune, adatte anche ai non esperti, che aiutano a fare il pieno d’energia.
Iniziamo con una postura di base, semplice, ma utile per sviluppare stabilità, solidità e forza. Tadasana, “posizione la della montagna”. A volte viene “banalizzata” essendo in apparenza facile. In realtà, alcune persone non riescono a mantenerla in modo corretto a lungo, poiché non percepiscono la stabilità del proprio corpo-mente. Tadasana aiuta a radicarsi e a ritrovare il legame con il proprio corpo.
A seguire, è indicata Utkatasana. Si tratta della “posizione della sedia”. Un nome legato al fatto che il corpo, nell’assumerla, è come se si sedesse su una sedia immaginaria. Anche questa posizione infonde stabilità e aiuta a sentire in maniera più profonda il proprio corpo. Come Tadasana, infonde forza e radicamento. Inoltre, aiuta a equilibrare le energie.
Secondo la tradizione induista, Virabhadra venne creato da Shiva. Tutto ebbe inizio quando Daksha, uno dei figli di Brahma, organizzò un grande sacrificio in onore di Vishnu, al quale vennero invitate tutte le divinità ad eccezione di Shiva. Il sacrificio si compì, poiché Sati, consorte di Shiva, indignata per l’umiliazione inflitta al suo sposo, si autoimmolò sul fuoco sacrificale. Shiva, adirato e sconvolto, creò Virabhadra partendo da una ciocca dei suoi folti capelli. Virabhadra provocò caos durante il rito del fuoco e sconfisse Daksha, il quale riconobbe la superiorità di Shiva, prostrandosi davanti a lui.
Per stimolare ancor di più le energie, indicate sono le tre “posizioni del guerriero”, dedicate a Virabhadra, l’eroe che, secondo uno dei miti indiani, venne creato da Shiva plasmando un capello della propria chioma. Le tre versioni di Virabhadrasana infondono forza interiore, stimolano i chakra e migliorare l’equilibrio.
Passando alle asana di torsione a terra, segnaliamo Jathara Parivartanasana, una posizione indicata proprio per far fluire l’energia non solo a livello fisico, ma anche sottile. Agisce in particolare sui Chakra Svadhistana, Manipura e Vishuddha.
Infine, segnaliamo Balasana, una posizione che attiva un rilassamento profondo e che, al contempo, stimola la circolazione sanguigna.
Anche quest’asana aiuta a ritrovare la connessione con il proprio corpo. Dato che favorisce un processo di introspezione è adatta come fase propedeutica alla meditazione.