Fare il pieno d’energia grazie allo yoga

Abbiamo approfondito in molti articoli i numerosi benefici che apporta lo yoga a livello non solo fisico, ma anche mentale, psichico e spirituale. Se, da un lato, occorre ricordare che la pratica dello yoga non ha in sé come fine la cura del corpo, dall’altro, sappiamo che la regolarità nella disciplina produce profondi effetti positivi.

Tra questi vi è la stimolazione delle energie, cui si unisce un maggior senso di vitalità. Non sorprende che lo yoga venga spesso definito come la via della forza vitale e mentale. Le varie asana permettono di ritrovare una profonda connessione con il proprio corpo, inteso a livello olistico.

Vediamone di seguito alcune, adatte anche ai non esperti, che aiutano a fare il pieno d’energia.

posizione montagna yoga
I piedi sono appoggiati a terra e le braccia sono ai lati del corpo. I palmi delle mani sono leggermente aperti. La colonna vertebrale è dritta ma non rigida. È importante distribuire equamente il peso del corpo su entrambi i piedi. Le ginocchia, le anche e le spalle sono allineate. Si rimane consapevoli del flusso dell’inspiro ed espiro, portando l’attenzione ai piedi ben radicati a terra.

Iniziamo con una postura di base, semplice, ma utile per sviluppare stabilità, solidità e forza. Tadasana,  “posizione la della montagna”. A volte viene “banalizzata” essendo in apparenza facile. In realtà, alcune persone non riescono a mantenerla in modo corretto a lungo, poiché non percepiscono la stabilità del proprio corpo-mente. Tadasana aiuta a radicarsi e a ritrovare il legame con il proprio corpo.

Utkatasana
Nell’inspiro si sollevano le braccia oltre il capo, in modo parallelo. I palmi delle mani sono fra loro uniti. Espirando si piegano le ginocchia, mentre il bacino si abbassa verso terra e il busto è leggermente piegato in avanti. Il peso del corpo si sposta sui talloni, ben ancorati al suolo. L’estensione viene aiutata dalle braccia sollevate.

A seguire, è indicata Utkatasana. Si tratta della “posizione della sedia”. Un nome legato al fatto che il corpo, nell’assumerla, è come se si sedesse su una sedia immaginaria. Anche questa posizione infonde stabilità e aiuta a sentire in maniera più profonda il proprio corpo. Come Tadasana, infonde forza e radicamento. Inoltre, aiuta a equilibrare le energie.

Secondo la tradizione induista, Virabhadra venne creato da Shiva. Tutto ebbe inizio quando Daksha, uno dei figli di Brahma, organizzò un grande sacrificio in onore di Vishnu, al quale vennero invitate tutte le divinità ad eccezione di Shiva. Il sacrificio si compì, poiché Sati, consorte di Shiva, indignata per l’umiliazione inflitta al suo sposo, si autoimmolò sul fuoco sacrificale. Shiva, adirato e sconvolto, creò Virabhadra partendo da una ciocca dei suoi folti capelli. Virabhadra provocò caos durante il rito del fuoco e sconfisse Daksha, il quale riconobbe la superiorità di Shiva, prostrandosi davanti a lui. 

Per stimolare ancor di più le energie, indicate sono le tre “posizioni del guerriero”, dedicate a Virabhadra, l’eroe che, secondo uno dei miti indiani, venne creato da Shiva plasmando un capello della propria chioma. Le tre versioni di Virabhadrasana infondono forza interiore, stimolano i chakra e migliorare l’equilibrio.

Jathara Parivartanasana
Savasana è la posizione preparatoria. Si allargano le braccia portandole all’altezza delle spalle. I palmi delle mani sono rivolti verso l’alto. Espirando, si piegano le gambe. I piedi e il bacino sono ben appoggiati al tappetino yoga. Si solleva leggermente il bacino e si flettono le gambe sull’addome. Si scende con le ginocchia verso destra. Lo sguardo rimane rivolto verso l’alto. Le scapole e le spalle mantengono il contatto con il tappetino yoga. Inspirando si alzano le gambe lasciandole piegate e nell’espiro si ripete il movimento verso sinistra. Questa rotazione, seguendo il ritmo dell’inspiro e dell’espiro, può essere ripetuta per diversi cicli respiratori.

Passando alle asana di torsione a terra, segnaliamo Jathara Parivartanasana, una posizione indicata proprio per far fluire l’energia non solo a livello fisico, ma anche sottile. Agisce in particolare sui Chakra Svadhistana, Manipura e Vishuddha.

Infine, segnaliamo Balasana, una posizione che attiva un rilassamento profondo e che, al contempo, stimola la circolazione sanguigna.

Anche quest’asana aiuta a ritrovare la connessione con il proprio corpo. Dato che favorisce un processo di introspezione è adatta come fase propedeutica alla meditazione.

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