Effetti biochimici e fisiologici della meditazione

Le recenti ricerche scientifiche dimostrano come la pratica costante della meditazione produca una serie di cambiamenti psicofisici. Numerosi studi sono stati condotti negli Stati Uniti, in particolare nel Laboratorio per le neuroscienze affettive del Wisconsin. A livello cerebrale sono stati riscontrati un aumento della concentrazione e un’intensificazione dell’attività della zona del cervello preposta alla creatività. Meditando in modo regolare si sviluppa una maggiore produzione di endorfine e si verifica una regolazione dell’ormone dello stress, il cortisolo. Viene anche regolato l’ormone del sonno, la melatonina, che determina i ritmi biologici.

Si assiste anche a un riequilibrio della serotonina, definito potente antidepressivo naturale. Il cervello e le ghiandole surrenali producono altri ormoni responsabili dell’umore. Ecco perché chi medita da tempo percepisce una maggiore serenità e gioia. Emozioni che vengono rafforzate, in quanto la meditazione sviluppa nuovi schemi neuronali. Ciò significa che le vecchie abitudini e i vecchi comportamenti orientati alla rabbia e all’agitazione vengono sostituiti con schemi rivolti alla gioia e alla pace. Si assiste a una diminuzione degli stati ansiogeni. La meditazione permette di vedere la realtà per come è davvero. Per questo si è in grado di agire e di pensare con maggiore lucidità. Gli studi hanno mostrato poi come la meditazione influisca sui processi metabolici.

La respirazione rallenta e diventa molto più calma, rilassata e ciò permette anche di diminuire il consumo di ossigeno. Anche la frequenza cardiaca si regolarizza. Si assiste poi a una diminuzione della temperatura corporea, da qui l’importanza di coprirsi durante la pratica meditativa. Per osservare e percepire i primi reali cambiamenti sul piano psicofisico occorre meditare per almeno otto settimane, tutti i giorni, almeno trenta minuti. È la costanza, quindi l’addestramento mentale, che produce trasformazioni a livello neurologico. Trasformazioni che a loro volta hanno effetti benefici sul piano biochimico e fisiologico.

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