Dandasana è una postura di base. Si tratta di una posizione che risulta un punto di partenza per l’esecuzione di torsioni e di altre asana sedute. Il suo nome si riferisce all’immagine del “bastone”. Il termine danda significa infatti “bastone” o “palo” e talvolta viene tradotto anche con “mazza”. A livello simbolico quest’asana rappresenta la stabilità. Difatti la colonna vertebrale è mantenuta dritta e le gambe sono tese in avanti.

Come si esegue Dandasana

Per eseguirla secondo la tradizione del maestro Iyengar ci si siede a terra. Le gambe sono distese, la schiena è ben eretta. Si uniscono le ginocchia e le caviglie. Le mani sono appoggiate al tappetino yoga, accanto ai fianchi e le dita sono rivolte in avanti. Gambe e busto formano un angolo retto. Le dita dei piedi sono rivolte verso l’alto e i talloni sono ben appoggiati al suolo. Per allungare bene verso l’alto la parte superiore del corpo si premono le mani a terra. La testa guarda in avanti- Si solleva un poco la parte alta del torace. Si mantiene Dandasana per almeno 3 o 4 cicli respiratori. La stabilità di quest’asana infonde concentrazione. Questa posizione è in apparenza molto semplice. In realtà, occorre considerare i vari dettagli dell’asana, dalla posizione dei piedi a quella delle mani.

Variante

Nel caso in cui non si riesca a mantenere ben dritta la colonna vertebrale, si può eseguire quest’asana utilizzando due coperte ripiegate: si posizionano in modo da rendere più confortevole la seduta.

I benefici

Dandasana aiuta a rafforzare il sistema muscolare della schiena. Lavora anche sui muscoli dell’addome. Favorisce l’allungamento della muscolatura posteriore delle gambe, attivando in particolare gli ischiocrurali. Aiuta inoltre ad assumere una posizione stabile, grazie all’allineamento della colonna vertebrale. Contribuisce a migliorare la postura. Proprio perché lavora molto sulla stabilità, Dandasana influenza positivamente il Muladhara Chakra e attiva anche Manipura Chakra.