3 donne, mistiche e yogini, fonti d’ispirazione anche in Occidente

Quando si parla di yoga e di maestri si fa spesso riferimento a figure importanti come Ramakrishna, Vivekananda, Iyengar, Bikram Choudhury e Krishnamacharia. Ognuno di loro ha lasciato un’enorme eredità e ancora oggi i loro insegnamenti rimangono quanto mai validi. Sappiamo però che ci sono state e ci sono yogini che hanno tracciato un solco nella pratica e nella filosofia yogica. Negli ultimi decenni, grazie a una maggiore conoscenza delle loro biografie e, soprattutto, grazie a una maggiore sensibilità verso la dimensione più Yin, i percorsi di alcune mistiche e yogini sono stati riscoperti, nonché rivalutati. Tra le tante donne ne ricordiamo in particolare tre, diventate fonte di ispirazione grazie alla loro profonda saggezza e al loro coraggio.

Śrī Sāradā Devī

Chiamata “la Santa Madre”, Śrī Sāradā Devī (1853-1920) nacque nel Bengala occidentale. Fu la consorte spirituale di Rāmakrishna. Suo padre era un uomo generoso e gentile e la madre una donna amorevole. I primi sei anni di vita di Śrī Sāradā Devī sono stati scanditi da pratiche di devozione (Bhakti) come era in uso nella sua famiglia; aiutava poi la madre nelle varie incombenze di casa. Quando aveva appena sei anni venne data in sposa a Sri Rāmakrishna, seguendo una consuetudine all’epoca molto diffusa in India. Solo compiuti i 18 anni Śrī Sāradā Devī andò a vivere con il suo sposo. Sri Rāmakrishna, attraverso pratiche ascetiche e spirituali, raggiunse il più alto stato di realizzazione. Proprio per questo il rapporto tra i due sposi fu basato su un’esistenza profondamente spirituale. Śrī Sāradā Devī veniva considerata da Sri Rāmakrishna un’incarnazione speciale della Madre Divina, tanto che riuscì a risvegliare in lei la sua maternità universale latente. È per questo che tanti discepoli di Sri Rāmakrishna si rivolgevano a lei proprio come una madre.

Dopo la grande dipartita di Sri Rāmakrishna, avvenuta nel 1886, grazie ai discepoli del consorte Śrī Sāradā Devī fu aiutata e condotta a Calcutta. Fu qui che le sue qualità spirituali, già individuate a suo tempo da Rāmakrishna, emersero totalmente. Finalmente capiva e percepiva di essere la Madre di tutti gli esseri, indistintamente. Aveva una pazienza incredibile, agiva in modo disinteressato, nutriva saggezza e spiritualità, ed elargiva amore incondizionato. Virtù notate anche da un altro grande yogi, Swami Vivekananda, secondo il quale, proprio tramite la figura così pura e spirituale di Śrī Sāradā Devī si dava inizio al risveglio spirituale della donna nell’età moderna. La saggezza di Śrī Sāradā Devī è giunta a noi grazie al ricordo e al lavoro dei suoi discepoli e di quelli del consorte spirituale. Tra i tanti preziosi insegnamenti da lei elargiti desideriamo citare i seguenti, che racchiudono una profonda sapienza.

È inutile aspettarsi che i pericoli e le difficoltà non si presentino. Siamo obbligati ad affrontarli, per un devoto, tuttavia, scivoleranno via come l’acqua”.
Quando un uomo nota difetti negli altri, la sua mente si inquina. Cosa si guadagna a cercare difetti negli altri? Egli così ferisce solamente se stesso”.

Mīrābāī

Ritenuta una mistica, Mīrābāī (1498-1546) rappresenta la pura devozione (Bhakti). La sua è una storia che in parte descrive quella di tante altre donne indiane. Fu infatti costretta a sposare giovanissima un principe, essendo anche lei appartenente all’aristocrazia. Lo sposo, però, dopo soli tre anni di matrimonio, morì. Secondo l’usanza dell’epoca, anche la vedova avrebbe dovuto compiere la stessa sorte del marito, morendo sulla pira. È il tristemente noto rituale della Sati.

Grazie però alla sua profonda devozione e alla frequentazione di sadhu, guru e mistici riuscì a salvarsi e ad avere una sorte differente. Si dedicò totalmente alla Bhakti. Grazie ai suoi canti poetici e ai suoi pellegrinaggi nei luoghi legati a Krishna – come Vrindavan e Mathura – attorno a Mīrābāī si unirono tantissimi fedeli. Erano canti mistici, pieni d’amore, intrisi di profonda devozione verso Krishna. Per questo Mīrābāī è considerata tra le iniziatrice del movimento della Bhakti. La liberazione avviene attraverso proprio l’amore realizzato e la devozione.

Indra Devi

Il suo vero nome è Eugénie Peterson. Nacque a Riga nel 1899 da una ricca famiglia russo-svedese. La sua vita cambiò dopo aver letto gli scritti di Yogi Ramacharaka. Il suo più profondo desiderio era quello di andare in India. Ci riuscì, ma solo dopo alcuni anni vissuti in un ambiente agiato – nel contesto della società coloniale anglosassone in India – si avvicinò per la prima volta allo yoga. Decisivo fu l’incontro con Tirumalai Krishnamacharya, tra i più grandi maestri di yoga e di medicina ayurvedica.

La consuetudine dell’epoca non permetteva a una donna di entrare nello Shala di Krishnamacharya. Indra Devi ci riuscì, diventando una delle prime donne al mondo a ricevere un insegnamento così autentico e ufficiale da parte di un grande yogi. Preziosi insegnamenti che poi Indra Devi porterà negli Stati Uniti. Aprì una scuola di yoga e divenne l’insegnante di attrici ben note, tra cui Greta Garbo e Marilyn Monroe. Indra Devi viaggiò molto in varie nazioni. Aprì poi una scuola di yoga anche in Argentina e applicò sempre, ogni giorno della sua vita, gli insegnamenti del maestro Krishnamacharya. Indra Devi morì a Buenos Aires, nel 2002, all’età di 102 anni.

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