I suoni hanno la straordinaria capacità di modificare il nostro stato d’animo. Quando percepiamo una leggera malinconia basta ascoltare una musica coinvolgente o ritmata o rasserenante per avviare una trasformazione che modifica lentamente il nostro umore. Ci sono musiche che ci restituiscono immagini di ricordi piacevoli o altre che ci fanno sognare. Altre ancora si rivelano un balsamo per l’animo. Vari insegnanti di yoga utilizzano specifiche musiche – spesso strumentali – per facilitare negli allievi uno stato di profondo rilassamento. La scelta è davvero ampia. Si va dall’utilizzo di mantra alla selezione di musiche sospese tra atmosfere contemplative e sonorità contemporanee. In ogni caso, i suoni hanno il potere di entrare in risonanza con la nostra fisiologia, intesa sia come corpo fisico, sia come corpo sottile.
Il potere delle vibrazioni
“Ciò che definiamo musica nel nostro linguaggio comune è solo una miniatura che la nostra intelligenza può comprendere, di quella musica o armonia universale che opera al di là di tutte le cose, fonte e origine della natura. ed è per questo che i saggi di ogni tempo hanno considerato la musica un’arte sacra. Per questo nella musica il veggente scorge l’immagine dell’universo intero; e il saggio scopre il segreto e il funzionamento dell’universo intero nel regno della musica”. Così affermò Hazrat Inayat Khan (1882-1927), mistico indiano, nonché fondatore del sufismo universale, il quale creò un ponte tra spiritualità e musica.
Musica, misticismo e devozione sono da sempre intrecciati. Si pensi ai miti indiani che raccontano di come il dio Shiva, partendo dalla musica cosmica, creò la musica terrena e la danza, le quali, poi, vennero trasmesse agli uomini da Brahma, attraverso il Sama Veda.
Il suono rappresenta una forma di energia prodotta dalle vibrazioni. Come ha ricordato lo scrittore, musicista e insegnante Jonathan Goldman “l’universo non è niente più e niente meno che un numero infinito di vibrazioni e di ritmi”. Tutta la materia, secondo le moderne teorie della fisica quantistica, è energia. Determinati suoni entrano più facilmente in noi tramite le vibrazioni sonore. Grazie all’effetto risonanza la musica “pervade” il nostro corpo favorendo armonia psicofisica ed energetica.
Quali musiche selezionare
Sono numerosi gli artisti che sanno creare atmosfere sonore adatte alla pratica dello Yoga. Qui di seguito ne segnaliamo quattro, tra quelli più noti e apprezzati.
Deva Premal
E’ conosciuta in tutto il mondo per le sue interpretazioni di mantra e di musiche rilassanti. Grazie alla collaborazione con il musicista Miten, Deva Premal ha realizzato numerosi progetti musicali orientati verso la cosiddetta “sacred world music”. I suoni mistici e contemplativi tipici dell’India vengono intrecciati con melodie moderne, che fanno uso anche di sonorità elettroniche. Tra i suoi dischi segnaliamo “Into Silence – The Meditation Music of Deva Premal”, che raccoglie alcuni dei suoi brani più rappresentativi e toccanti, tra mantra e canti sacri. Rilassante e meditativo è anche “A Deeper Light”, realizzato oltre che con Miten anche con Manose. Maggiori info sul suo sito: devapremalmiten.com
Chinmaya Dunster
E’ un musicista che ha saputo creare un ponte tra Oriente e Occidente. Virtuoso di sarod – uno degli strumenti a corde tipici dell’India, caratterizzato dal manico corto e da diciannove corde – Chinmaya ha realizzato svariati dischi, in cui i suoni orientali si mescolano con altri paesaggi sonori, per creare una sorta di musica globale, senza frontiere. Meditazione, pratiche e filosofie orientali sono queste le suggestioni che ispirano Chinmaya a scrivere musica. Ed è l’India la primordiale spinta creativa, la fonte da cui attinge immagini e accordi. I paesaggi, le sfumature, le genti, i luoghi sacri di quel variegato subcontinente vengono trasformati in musica. Tra i suoi lavori pregevoli figurano Sacred temples of India e Fragrance of the East. Maggiori info qui: blog.chinmaya-dunster.com
Jaya Lakshmi
E’ un’apprezzata interprete di kirtan e di canti devozionali. La sua musica trae ispirazione dalla pratica meditativa. Nel 1992, ha ricevuto l’iniziazione da Sri Govinda Swami Maharaj. Come Chinmaya Dunster, Jaya Lakshmi ama intrecciare i suoni indiani con echi di altre terre, creando così una fusione musicale in cui troviamo anche melodie celtiche e ritmi folk. Tra i suoi numerosi lavori consigliamo Jewel of Hari del 2004. Maggiori info qui: jayalakshmiandananda.com
Rahul Sharma
Figlio e allievo del leggendario maestro di santur Pt. Shivkumar Sharma, Rahul iniziò ad apprendere l’arte di questo strumento a dodici anni. Tra i suoi lavori più meditativi vi è Akaash, un disco registrato il 10 gennaio 2004, presso Ahmedabad, piccola cittadina del Gujarat, in occasione dell’annuale Saptak Music Festival. Akaash non solo rappresenta un importante documento sonoro per gli etnomusicologi, ma rivela i virtuosismi di cui è capace Rahul Sharma con il suo strumento musicale prediletto, il santur. Chiamato anche shata tantr veena, che in sanscrito significa “cetra dalle cento corde”, il santur ha origini persiane ed è formato da un centinaio di corde doppie fissate su una cassa armonica a base trapezoidale (percosse con un paio di bacchette ricurve in cima). Ascoltando Akaash ci si addentra nelle mistiche atmosfere della musica raga, di cui il santur ne è uno strumento centrale, insieme al sitar. La sua musica trae ispirazione dalla natura e dalle pratiche meditative che compie quotidianamente. Un modo per interiorizzare energie e percepire quella stessa dimensione spirituale che si ritrova nelle sue composizioni.