Nell’Ayurveda la carenza o la debolezza di agni è considerata uno dei fattori chiave nell’evoluzione dei disturbi tipici dell’autunno e dell’inverno. Agni significa “fuoco” e nel corpo umano rappresenta il fuoco digestivo. Tramite il suo effetto riscaldante esso permette la digestione e il metabolismo. Agni è strettamente legato al dosha pitta all’interno del corpo, come si legge nei testi classici dell’Ayurveda quali Charaka Samhita e Sushruta Samhita. Secondo la medicina ayurvedica vi sono tredici tipi di agni e tra questi vi è jatharagni, il fuoco digestivo che lavora nello stomaco.

Agni influenza il processo gastrico attraverso secrezioni come i succhi gastrici e gli enzimi. Tale processo permette di trasformare il cibo in sostanze preziose per il benessere del corpo. In pratica, è agni che sceglie gli elementi utili al corpo a seconda delle necessità dell’organismo. Da qui la sua importante funzione digestiva. Se l’energia di agni è debole è probabile che si verifichi un cattivo assorbimento degli elementi nutritivi e ciò può essere accompagnato anche da disturbi della digestione. Se invece agni è in equilibrio il cibo digerito dà nutrimento agli organi, genera forza, energia e stimola le difese immunitarie.

Per questo in autunno e in inverno la scienza medica ayurvedica sconsiglia di assumere bevande fredde, privilegiando invece tisane e tè, preferibilmente quello verde e non quello nero. Consigliata è una delle bevande tipiche dell’India, cioè il Lassi, che stimola l’organismo. Il Lassi è a base di yogurt e può essere sia dolce, sia salato. La scienza ayurvedica indica di fare quattro o cinque piccoli e semplici pasti al giorno, in modo da permettere una migliore digestione. Nella preparazione del cibo è bene aggiungere determinate spezie che stimolano agni, come il cumino e il coriandolo. Nel caso di disturbi digestivi è utile bere acqua calda con limone e al termine di ogni pasto, finire con una bevanda a base di zenzero.