La via dello yoga è costellata da vari stili. Vi sono quelli classici, tradizionali e quelli contemporanei. Nel corso dei secoli questa disciplina millenaria si è evoluta diversificandosi in sintonia con le esigenze delle persone. Se ogni forma di yoga conduce all’unità tra mente, corpo e spirito, i vari stili di yoga sono caratterizzati da modalità diverse nella pratica, pur basandosi tutti su asana, pranayama e meditazione. Forniamo qui di seguito una mappa orientativa dei vari stili di yoga in funzione dell’obiettivo specifico che ci si pone.
Per rilassarsi e distendere le tensioni
Yin Yoga
È basato su asana morbide e molto lente, per questo lo Yin yoga si rivela rilassante. È ideale per chi preferisce una forma di hatha yoga in cui non vi sia un’intensa attività muscolare: in questo caso si lavora sui muscoli in modo lento, ma profondo. Nello Yin yoga si prediligono tecniche orientate a un rilassamento profondo, al fine di sbloccare le tensioni. Lo Yin yoga si è diversificato molto e viene spesso “personalizzato” dall’insegnante.
Restorative Yoga
Rilassarsi completamente è il principio base del Restorative Yoga. Questo stile punta infatti a una distensione psicofisica molto profonda. Il Restorative Yoga non è caratterizzato da asana complesse, che richiedono energia e sforzi muscolari, piuttosto è uno yoga definibile passivo, dolce, morbido. È uno stile perfetto per chi svolge un lavoro mentale stancante, per chi ha spesso la mente affollata da pensieri e per chi ha bisogno di fermarsi, fare attività fisica, ma senza sforzi. Ideatrice di questo stile è Judith Hanson Lasater (classe 1947), che pratica yoga sin dal 1971. Ha studiato con Swami Vishnudevananda e con il maestro B.K.S. Iyengar.
Yoga Nidra
Yoga nidra in sanscrito significa “sonno cosciente” ed è una potente tecniche di rilassamento. Le sue origini risalgono alla tradizione tantrica, e il metodo ancora oggi più diffuso è quello sviluppato da Swami Satyananda Saraswati. Durante le sessioni di Hatha Yoga, alcuni insegnanti lo introduco alla fine dell’incontro, dopo le sequenze di asana, per consentire alle persone di distendersi, rimanendo in uno stato tra il sonno e la veglia cosciente. Lo yoga nidra infatti produce una serie di effetti positivi: placa l’ansia, l’angoscia, l’irritabilità e agisce sull’insonnia. Praticato prima di addormentarsi permette di avere una notte tranquilla. In genere, viene effettuato con l’ausilio di una voce in sottofondo che guida la pratica.
Per risvegliare in modo attivo le energie
Yoga Jivamukti
Fondato da David Life e da Sharon Gannon, lo yoga Jivamukti è uno dei nove stili di Hatha Yoga riconosciuti a livello internazionale. Il termine Jivamukti in sanscrito significa “stato di liberazione in questa vita”. Chi pratica questa forma di yoga si prefigge di intraprendere un cammino di crescita olistica e di realizzazione personale. Questo stile integra elementi di Ashtanga e Vinyasa, cui unisce l’uso della musica e dei canti, il tutto associato alla respirazione profonda di consapevolezza. Si basa inoltre sugli antichi principi filosofici dello yoga classico, racchiusi negli Yoga Sutra di Patanjali, nell’Hatha Yoga Pradipika, nella Bhagavad Gita e nelle Upanishad. Rispetto ad altre forme di yoga , nello yoga Jivamukti è centrale la musica. Il Nada yoga ne è un elemento fondante; infatti, una sessione inizia e termina con un canto. Il suono e le vibrazioni vocali liberano le emozioni e creano gioia.
Per chi ha bisogno di dinamicità
Bikram yoga
Definito anche “hot yoga”, questo nuovo metodo si basa su una serie di 26 asana, a cui si aggiungono due esercizi di respirazione. Il Bikram yoga si pratica in una sala mantenuta a una temperatura di 40° (da qui la definizione di “yoga caldo”) e caratterizzata da un tasso di umidità del 40% . La durata della classe è di 90 minuti. Considerate le caratteristiche della sala in cui viene praticato il Bikram yoga, la durata della classe e la tipologia degli asana, si può dire che questo metodo non è adatto a chi ha disturbi legati alla pressione e al sistema cardiocircolatorio.
Per chi tende verso una dimensione spirituale
Hridaya Yoga
È incentrato sulla dimensione spirituale della pratica. Intraprenderne il percorso significa raggiungere la vera essenza del sé, l’Atman, il “cuore spirituale”. Lo Yoga Hridaya è stato sviluppato da Sahajananda insieme ad altri insegnanti yoga desiderosi di riattualizzare l’antica tradizione yogica fondata sugli insegnamenti di Patanjali, integrandoli poi con la visione non-duale dell’Advaita Vedanta e con lo yoga Shivaista del Kashmir. Lo Yoga Hridaya è di fatto un approccio nuovo alla pratica, sebbene le sue fondamenta si debbano rintracciare nelle classiche scritture dello yoga delle origini. Lo yoga Hridaya porta il praticante a superare gli attaccamenti e ad annullarli, andando oltre la dimensione individuale, per realizzare, appunto, l’unione con la “coscienza universale”.
Bhakti Yoga
È una delle principali vie yogiche che il praticante può scegliere di percorrere. Il termine sanscrito Bhakti viene tradotto con “amore” e “devozione”. L’amore e la devozione sono infatti i pilastri su cui si fonda questa forma di yoga, che rappresenta da millenni un grande e complesso movimento nato in India e poi diffusosi in tutto il mondo grazie a figure illuminate come sadhu, guru, siddha. Praticare il Bhakti Yoga significa conoscere se stessi e unirsi alla divinità attraverso la luce interiore. Il Bhakti Yoga presuppone una relazione profonda, continua e disinteressata con il divino; una relazione che non sfocia nel fanatismo, ma che si rivela terreno fertile verso una conoscenza che trascende la realtà materiale. Chi segue questo cammino pone al centro la dimensione filosofico-spirituale.
Per chi ricerca la fluidità
Dru Yoga
Si tratta di uno stile che unisce tra loro Hatha, Tantra e Bhakti Yoga. La parola Dru si ispira alla figura della mitologia induista Dhruva, devoto del dio Vishnu. Dhruva in sanscrito indica anche l’immobilità, la stabilità. La caratteristica principale del Dru Yoga è quella di focalizzarsi soprattutto su movimenti e posture morbide e fluide. Questo stile porta il praticante ad attivare le energie sottili grazie a una serie di sequenze che sciolgono i blocchi interiori e fluidificano il corpo energetico. Per far ciò, si lavora attraversa asana, pranayama, mudra – come nel classico Hatha yoga. Oltre a ciò, il percorso del Dru Yoga presuppone la ripetizione di affermazioni positive, nonché la visualizzazione di immagini che “ricaricano” la mente.
Vinyasa flow
È uno stile di yoga dinamico, con cui si passa rapidamente da una postura all’altra. L’approccio di base è quello dell’Ashtanga yoga, in cui risulta centrale il perfetto allineamento, nonché esecuzione dell’asana. È uno stile non adatto ai principianti. Vinyasa è un termine sanscrito traducibile con “sincronizzazione del movimento sulla respirazione”. Le posture vengono dunque praticate secondo movimenti dinamici e fluidi sostenuti e armonizzati con il flusso dell’inspiro ed espiro. Rispetto all’Ashtanga yoga, da cui trae origine, il Vinyasa flow è meno rigido, più flessibile e libero. Per questo è possibile che la pratica differisca da un insegnante all’altro.