Riscopriamo Satya e Ahimsa – Intervista ad Alexandra Van Oosterum

di Silvia C. Turrin

Alexandra Van Oosterum è da oltre 30 anni nel mondo dello yoga. È un riferimento internazionale per quanti desiderano seguire una formazione approfondita e di alto livello. Il suo metodo di insegnamento, seppur attualizzato e reso fruibile alle nuove generazioni, rimane ancorato alla tradizione di Sivananda e Vishnudevananda. In occasione degli Yoga Mountain Days 2022, il 18 giugno, a Morgex, Alexandra terrà un Seminario incentrato su Satya e Ahimsa. In questa intervista che ci ha gentilmente concesso ci spiega come si è avvicinata al mondo dello yoga e perché occorre ri-scoprire Satya e Ahimsa.


Alexandra van Oosterum

Lei si è diplomata con Carlo Patrian nel 1987. Cos’è cambiato nel mondo dello yoga da allora e cosa è rimasto tale secondo la sua esperienza?

«La formazione per insegnanti con Carlo Patrian è stata l’inizio di un lungo cammino nello yoga. Era un’epoca in cui insegnavano maestri preparati e appassionati. Oltre a Patrian, vorrei citare Giorgio Furlan fondatore, nonché direttore di una delle più antiche scuole di Yoga italiane. Ricordo anche Radames Silvestri, anche lui tra i pionieri dello yoga in Italia. Quando ho iniziato i maestri credevano in ciò che portavano avanti. Per loro lo yoga andava oltre la dimensione materiale o puramente estetica e fisica. Gli aspetti filosofici e spirituali erano considerati fondamentali. Adesso alcune persone vedono lo yoga come un’opportunità per apparire o arricchirsi, ma la vera natura dello yoga è tutt’altro. Occorre stare attenti all’eccessivo esibizionismo, che si esprime sotto varie forme, come portare una smisurata attenzione agli asana estremamente complessi. Negli ultimi anni, marketing e social hanno influenzato notevolmente il mondo dello yoga. Quello che è rimasto invariato è l’importanza della filosofia dello yoga e di quei testi antichi e al contempo moderni, capaci ancora di spiegare il pensiero che sta dietro alla pratica. Per fortuna ci sono ancora tante persone che considerano lo yoga un cammino di vita, che non si esaurisce una volta arrotolato il tappetino, ma che prosegue nella vita di tutti i giorni».

Quale consiglio può dare a un neofita che desidera per la prima volta seguire un corso di yoga ma non sa da dove partire, viste le numerose scuole e i tanti stili che si possono scegliere?

«È molto semplice. Consiglio vivamente di seguire una lezione di prova in modo da capire l’impegno non solo fisico, ma anche mentale ed energetico che richiede il corso che si vuole seguire. La lezione di prova permette di conoscere l’insegnante. Anche il passaparola è un altro strumento che può essere utile per farsi un’idea sulla tipologia e sulla qualità di un corso».

Come si è avvicinata allo yoga? Prima di seguire i corsi con Patrian lo praticava già?

«Quando vivevo ancora in Olanda ero una sportiva, appassionata di sport d’acqua. È stato proprio praticando sport che ho avuto un piccolo infortunio, che mi ha causato problemi alle articolazioni. Ho scoperto che una mia vecchia compagna di scuola insegnava yoga e così, per risolvere alcuni disturbi, mi sono avvicinata alla pratica.

Un’altra tappa importante nel mio cammino l’ho vissuta quando abitavo a Giacarta, in Indonesia, dove ho conosciuto un’insegnante americana del lignaggio di Vishnudevananda. Con lei ho lavorato per due anni. Per questo mi sono trovata subito a mio agio con i corsi di Patrian, che si basavano sugli insegnamenti di Sivananda.

Patrian ci aveva incoraggiati ad approfondire lo yoga presso alcuni Ashram in India. Per questo ho seguito seminari a Rishikesh, poi a Lonavla e poi ancora a Bombai (l’attuale Mumbai). Sentivo però di aver bisogno di conoscere meglio anche gli aspetti anatomici della pratica e così ho avuto l’occasione di studiare questo aspetto con Bob Smith, prima a Bali, poi a Seattle. Ricordo che Bob Smith è da più di 40 anni nel mondo dello yoga; oltre che insegnante, è fisioterapista, per cui conosce bene l’anatomia applicata allo yoga».

È direttrice didattica del corso formazione insegnanti di SoloYoga. Quale metodo e approccio proponete?

«Nella scuola SoloYoga si studiano non soltanto l’anatomia applicata agli asana e gli aspetti fisiologici dello yoga. Una parte fondamentale è dedicata alla lettura di testi basilari, come gli Yoga Sūtra di Patañjali, che racchiude regole etiche e morali a mio avviso importanti per chi pratica yoga e per chi lo vuole insegnare. Oltre a ciò leggiamo l’Haṭhayoga Pradīpikā, le Upaniṣad e approfondiamo la parte relativa ai Chakra. Devo dire che molti nostri studenti frequentano i nostri corsi non tanto per diventare insegnanti di yoga, ma semplicemente perché desiderano approfondire queste materie a livello filosofico e pratico».

Parteciperà agli Yoga Mountain Days 2022. Quest’anno il tema centrale della manifestazione
è Uniti nella gentilezza. Quale legame c’è tra yoga e gentilezza?

«Per spiegare questo legame, nel mio intervento approfondirò Satya e Ahimsa, “verità” e “non-violenza”. L’Ahimsa non si rivolge solo al nostro rapporto con gli altri, ma anche con noi stessi. Per esempio, quando si esegue un asana occorre rispettare il nostro corpo e ciò presuppone una conoscenza dei propri limiti. Occorre essere gentili verso se stessi per poi esserlo con gli altri.

Viviamo in un momento storico drammatico e non è facile portare la gentilezza nella vita quotidiana. I livelli di aggressività sono aumentati. Tutto ciò mi ha fatto ricordare che Gandhi attribuiva un ruolo centrale non solo ad Ahimsa, ma anche a Satya. Agli Yoga Mountain Days 2022 affronterò proprio questi temi».

Ci sono pratiche che può consigliare per affinare la gentilezza verso se stessi e verso gli altri?

«Il primo passo è riconoscere che si prova una certa emozione disturbante, come può essere l’emozione della rabbia. Nasconderlo non giova. Occorre esserne consapevoli, se no cadiamo nella “non verità”. La rabbia è una potente energia e occorre incanalarla in un certo modo. Una persona arrabbiata non può sedersi in meditazione, piuttosto potrebbe eseguire un certo numero di Saluti al Sole per scaricare quell’energia che si sente dentro. Una pratica adatta per sviluppare gentilezza è certamente la meditazione. Sto traducendo in italiano il libro del dottor Sharadchandra Bhalekar dedicato alla meditazione Vipassana. Un testo di poche pagine ma adatto a tutti».

Vuole offrire un consiglio di yoga ai nostri lettori per questa estate…?

«Visti i tempi in cui viviamo, cerchiamo di spegnere la tv e di non abusare dei social. Ritorniamo a contatto con la natura e liberiamo la mente dalla valanga di negatività. Consiglio anche di dedicarsi a quelle pratiche che ci piacciono, che portano gioia e che non richiedono uno sforzo. È importante poi lavorare tanto sul respiro. Un altro mio consiglio è essere onesti con se stessi e accettarsi per ciò che si è. In Olanda c’è una massima che dice: Se alla sera, prima di andare a letto, ti guardi allo specchio e senti di non aver avuto bisogno di vergognarti, allora hai vissuto un’ottima giornata».

Per contattare Alexandra van Oosterum
visita la pagina della Scuola SoloYoga
FB: soloyoga
email: alexandra@soloyoga.com


Alexandra Van Oosterum parteciperà agli
Yoga Mountain Days 2022
il 18 giugno a Morgex

Per saperne di più visita il sito di VDA Yoga

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