Pratiche yogiche per risvegliare la luce interiore

Stiamo vivendo una fase sospesa tra luce e ombra, tra nuvole e sole. L’umanità si è sentita fragile, per la prima volta, dopo decenni di benessere e di relativa stabilità. Tante sicurezze e certezze sono state messe in discussione. Di contro, la fase di lockdown ci ha permesso di riscoprire alcuni valori e modi di vivere che avevamo messo da parte. In tutto questo lo yoga e le filosofie orientali ci hanno sostenuto e ci sostengono. Di questo e altro ancora ce ne parla Francesca Marchi, insegnante certificata di Yoga (Hatha Yoga, Raja Yoga e Meditazione) nella tradizione di Satyananda.


«Questo periodo inimmaginabile è stato molto difficile per tutti. Abbiamo vissuto mesi complessi e, anche adesso, rimaniamo condizionati da Covid-19. Al contempo, in queste settimane, ognuno di noi ha avviato profonde riflessioni su vari temi riguardo la vita personale e riguardo i grandi problemi del nostro Pianeta. Penso che queste riflessioni si possano riassumere e cristallizzare in un solo tema: la paura della morte che ha automaticamente risvegliato l’amore fatale per la Vita. Vita e morte sono i due grandi temi, che toccano la dimensione interiore di tutti noi viaggiando su mille sfaccettature. La radice principale della paura è “l’ignoranza” intesa come non-conoscenza (Avidhya).

Abbiamo paura di perdere tutto, ogni qualvolta che ci troviamo in un ambiente fisico o psichico che non conosciamo. In quel momento non abbiamo nessuno strumento per affrontare l’ignoto, perdiamo tutti i punti di sicurezza e di immortalità che abbiamo costruito e accumulato giorno dopo giorno. Siamo completamente nudi, soli per la prima volta».

Come possiamo affrontare tutto ciò?

«In presenza dell’ignoto, quando perdiamo tutti i punti di sicurezza, ci ritroviamo in una sorta di “punto zero”. Da questo punto zero l’essere umano può alzarsi in piedi attivando la luce interiore che lo guiderà attraverso il buio e l’ignoto nell’attraversamento dell’oceano, oppure rimarrà li, a terra, iniziando a fantasticare e a perdere giorno dopo giorno il contatto con se stesso e con la realtà, creando una seconda realtà fatta di pensieri fantastici nati dalla paura che, crescendo, si trasformeranno in totale follia o pazzia.

A questa seconda possibilità, io penso che tutti siamo esposti e probabilmente è la nostra prima reazione. Questo stato di paura, che se non riconosciuto ci condurrà alla follia, è quello che nella filosofia antica dello Yoga è conosciuto come “abhinivesha” , il 5° velo o dito di Maya: il Principio dell’illusione è il nostro più grande ostacolo verso la realizzazione. Solo riconoscendo il pericolo di essere intrappolati da Maya possiamo rimanere liberi e imboccare l’altra strada per continuare il nostro viaggio. Il viaggio della Vita e della nostra Anima. La filosofia indiana mi ha sempre aiutato molto ed è un argomento che amo.

In questo periodo ho riflettuto molto su questi due punti e su Maya; poiché sono una ricercatrice, ogni qualvolta incontro un problema importante che rischia di travolgermi mi soffermo, cercando di arrivare alla radice, per scoprire la causa del malessere o della difficoltà. Quando riusciamo a vedere con chiarezza possiamo già dire di essere “salvi”. Da pochi giorni l’Umanità sta iniziando a muovere i primi passi dopo questo incredibile periodo».

Come ci possono aiutare lo yoga e le discipline orientali?

«Sicuramente dallo yoga, dalla meditazione, dalle filosofie orientali e dagli insegnamenti dei grandi Maestri possiamo ricevere strumenti e indicazioni forti e veramente utili. Ecco alcune indicazioni su cui soffermarsi.

Come Filosofia per lo spirito e per la nostra anima consiglio questi punti:

  • Allenare la consapevolezza è lo strumento principale che renderà la nostra coscienza vigile e pronta a reagire o non reagire nel modo giusto in ogni momento. Questo porterà pace al cuore. La consapevolezza nell’azione ci aiuterà a riassaporare ogni attimo di questa vita che ci sfugge di mano continuamente e a vivere il presente scoprendo la Bellezza contenuta in ogni attimo.
  • Avere un Sankalpa: ovvero un obiettivo importante per la nostra realizzazione che coinvolga anche la nostra dimensione interiore, il risveglio di alcune nostre qualità responsabili di una vita migliore e di conseguenza la realizzazione di ciò che vogliamo raggiungere.

Per approfondire il percorso di Francesca Marchi o per contattarla, visita il sito web:

www.scuolayogashivapuri.it

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