L’Anahata Chakra, situato nel plesso cardiaco, è quel centro del nostro corpo energetico che ci permette di amare noi stessi e gli altri. Nella tradizione dello yoga è simboleggiato da un loto verde a dodici petali, in cui spicca, a livello geometrico, la stella a sei punte. L’Anahata Chakra è la sede dell’amore e il punto energetico da cui nascono tutte le emozioni umane, le cui vibrazioni possono essere più o meno benefiche a seconda dell’equilibrio del Chakra (per approfondire questo aspetto clicca qui). Nella concezione filosofica indiana l’Anahata Chakra rappresenta il tempio personale, ovvero quel luogo dove ritrovare il proprio centro.
Riconnettersi con l’Anahata Chakra
È qui che risiede la scintilla divina ed è qui che possiamo riconnetterci con il nostro Sé superiore. Meditare sul Chakra del cuore aiuta a riarmonizzarlo e a ricentrarsi con la nostra dimensione più profonda. Una potente meditazione per riequilibrarlo consiste nel pronunciare ad alta voce il mantra ad esso associato, che è Yam. Yam è un Bija mantra che risveglia amore, compassione, accettazione ed empatia. Come ogni Bija mantra, Yam sviluppa calma interiore, purificando e armonizzando mente e corpo. La meditazione sull’Anahata Chakra si compie adottando una postura assisa, come Siddhasana o Sukhasana. Si chiudono gli occhi senza serrarli. A piacere si può compiere Atmanjali Mudra, il mudra della preghiera, associato all’Anahata Chakra.
Lo si esegue potando e unendo i palmi delle mani in preghiera davanti al petto, al centro del plesso cardiaco. Dopo una serie di respirazioni profonde e consapevoli, si inizia a recitare il mantra Yam, meglio a voce che non mentalmente, per percepire ogni vibrazione generata da questo suono. È importante sentire i suoni che si propagano in tutto il corpo, partendo proprio dal cuore. Man mano che si ripete il mantra Yam percepiamo un’apertura dell’Anahata Chakra. Attraverso questa meditazione si ristabilisce anche l’unione fra il macrocosmo e il microcosmo.