Un nuovo studio condotto da ricercatori brasiliani ha rilevato come la pratica regolare dello yoga riesca a prevenire il declino cognitivo. Lo studio ha preso in esame 21 donne che praticano yoga da otto anni, due volte alla settimana, analizzandone il cervello tramite imaging a risonanza magnetica. Le analisi sono state poi confrontate con quelle effettuate su un altro gruppo di donne con caratteristiche simili, come l’età: la sola differenza è che il secondo gruppo non pratica né yoga, né altre attività contemplative. Dallo studio è emerso che le donne che da anni si dedicano allo yoga hanno la corteccia prefrontale sinistra più densa. Tale parte del cervello è quella preposta alle funzioni cognitive come l’attenzione e la memoria.
La ricerca mette in luce come asana, pranayama e meditazione riescano a plasmare e a modificare il cervello e quindi anche i percorso neuronali. La dott.ssa Elisa Kosaza del team di ricercatori che ha condotto lo studio ha sottolineato la plasticità del cervello: quando viene addestrato con un certo tipo di esercizi si modifica, proprio come avviene quando si lavora sul proprio corpo. Lo yoga, ha evidenziato la dott.ssa Kosaza, ha effetti sul piano cognitivo, stimolando l’attenzione e la concentrazione. La dott.ssa Elisa Kozasa, specializzata proprio nel campo delle neuroscienze, lavora presso l’Instituto do Cérebro (Ospedale Israelita Albert Einstein) di San Paolo.
La relazione tra pratiche contemplative e cambiamenti nelle funzioni cerebrali è da anni studiata in vari centri di ricerca di alto profilo. Tra questi vi è il Laboratorio per le neuroscienze affettive diretto da Richard Davidson, professore di psicologia e psichiatria presso l’Università di Madison (Wisconsin). Anche le ricerche condotte dal Prof. Davidson mettono in evidenza come le pratiche contemplative affinino i livelli di attenzione. E questo aspetto è uno dei più importanti per il nostro benessere: essere attenti e consapevoli ci aiuta a non cadere preda delle emozioni e dei pensieri disturbanti.