Secondo il neurobiologo tedesco Gerald Hüther il nostro cervello è dotato di una grande capacità di rigenerazione, persino in età avanzata. Le sue ricerche e quelle di altri scienziati e neurobiologi mettono in luce un dato importante: malgrado il naturale processo d’invecchiamento del cervello è possibile contrastare la demenza senile.
Una scoperta importante all’inizio del XXI secolo
Negli ultimi decenni, l’aumento dei casi di demenza senile e di malattie come il morbo di Alzheimer e di Parkinson, ha spinto tanti scienziati a realizzare nuove ricerche per comprendere le cause di queste patologie. Uno di questi studi, portato avanti dall’epidemiologo statunitense David Snowdon (Aging with Grace. What the Nun Study Teaches Us About Leading Longer, Healthier and More Meaningful Lives, Bantam Books, New York, 2001), ha fatto emergere una scoperta importante: nonostante la degenerazione del cervello, in alcune persone non vi sono tracce né di perdita di memoria, né altri sintomi di demenza, nemmeno in età avanzata.
È partendo proprio da questa constatazione che Gerald Hüther si è posto una serie di domande: perché alcune persone che raggiungono età venerande non presentano alcun sintomo di demenza? Esistono condizioni più o meno favorevoli durante l’invecchiamento, che sono responsabili dello sviluppo di queste patologie? E se sì, perché non cambiamo le condizioni di chi sta invecchiando in modo che la demenza colpisca sempre meno? Per rispondere a queste domande il neurobiologo tedesco menziona il concetto di neuroplasticità del cervello, che è un fenomeno presente a tutte le età.
“Per tutta la vita, addirittura fino in età molto avanzata, il cervello umano è in grado di adattare le connessioni e le interazioni neuronali esistenti alle nuove esigenze che deve affrontare, di creare nuovi contatti neuronali, di sviluppare nuove terminazioni nervose e addirittura di dar vita a nuovi neuroni. Questa scoperta fu davvero sensazionale, perché nessuno se la sarebbe mai aspettata; vennero rimesse in discussione tutte le teorie fino ad allora diffuse sui processi di apprendimento e sul radicamento neuronale delle esperienze in età adulta”, afferma Gerald Hüther nel libro Demenza senile e rigenerazione del cervello (Edizioni Il Punto d’Incontro).
L’importanza del “senso di coerenza”
Uno degli elementi che secondo alcuni ricercatori, tra cui Hüther, permette a certe persone di ammalarsi più raramente e di guarire prima è il “senso di coerenza”. Questa definizione è stata coniata dal sociologo della medicina israelo-americano Aaron Antonovsky. Il “senso di coerenza” indica “la percezione soggettiva che tutto ciò che viviamo quotidianamente, con cui veniamo in contatto e che proviamo corrisponda alle nostre aspettative”. In pratica: “Ci sentiamo in grado di affrontare ed elaborare tutto quello che accade attorno a noi in una maniera tale da superarlo”.
Quando si percepisce questo senso di coerenza si riesce ad affrontare meglio i cambiamenti, si compiono passi avanti al di là degli ostacoli e si vive con gioia. Quando si comprende la realtà, quando si sa di riuscire a gestire certi eventi e quando si dà significato a ciò che accade si può liberare “il proprio potenziale di crescita e di sviluppo”, evidenzia Gerald Hüther.
Riattivare il potenziale neuroplastico del cervello
Secondo il neurobiologo tedesco, la crescita di nuovi neuroni e la generazione di nuovi contatti neuronali vengono stimolate “quando superiamo le sfide, viviamo esperienze gratificanti e riusciamo in qualcosa”. In tal senso, gli ostacoli sono visti come motori di sviluppo e di crescita personale. Tra i fattori che aiutano a riattivare il potenziale neuroplastico del cervello vi è la capacità di “vivere in maniera più consapevole, in armonia con se stessi e gli altri”.
In pratica occorre:
- prendersi cura del proprio corpo;
- volersi bene;
- rispettare gli altri;
- interagire con gli altri;
- stimolare la voglia di apprendere;
- capire chi si è davvero (“chi sono io?” occorre domandarsi);
- dare un senso alla propria vita.
Chi è Gerald Hüther
Gerald Hüther è neurobiologo, nonché Direttore dell’Accademia per lo sviluppo potenziale. In Germania rientra nel gruppo dei più noti ricercatori sul cervello. È molto attivo in varie iniziative e progetti volti alla ricerca sulla prevenzione neurobiologica.
Dopo gli studi a Lipsia, Jena e al Max-Planck-Institut di Gottinga, è stato Heisenberg Fellow della Deutschen Forschungsgemeinschaft (Fondazione tedesca sulla ricerca – DFG) e dal 2004 al 2016 ha tenuto la cattedra di Neurobiologia all’Università di Gottinga. Dal 1994 al 2006 ha inoltre diretto un dipartimento di ricerca da lui istituito presso la clinica psichiatrica di Gottinga e si è occupato della diffusione dei risultati nel campo della ricerca sulla prevenzione neurobiologica. Negli ultimi anni, si occupa di diffondere e tradurre nella pratica i risultati delle moderne ricerche sul cervello. Il suo obiettivo è creare condizioni più favorevoli per lo sviluppo del potenziale umano.
Per approfondire ulteriormente si consiglia il volume di Gerald Hüther Demenza senile e rigenerazione del cervello (Edizioni Il Punto d’Incontro).