Il Nada yoga, lo yoga del suono

di Silvia C. Turrin

Secondo la filosofia induista, le vibrazioni sonore sono considerate la fonte originaria da cui è nato l’Universo, sono il seme della creazione e la manifestazione ancestrale dello Spirito trasformatosi in materia. OM è considerato il suono primordiale. È il mantra che rappresenta il Tutto e l’origine di Tutto. In realtà, molte culture, non solo quella indiana, considerano il suono quell’elemento che ha dato avvio alla nascita del cosmo.

Infatti, come ha messo ben in evidenza il musicologo Marius Schneider nel libro La musica primitiva: «Tutte le volte che la genesi del mondo è descritta con sufficiente precisione, un elemento acustico interviene nel momento decisivo dell’azione. […] L’abisso primordiale, la bocca spalancata, la caverna che canta, il singing o supernatural ground degli Eschimesi, la fessura nella roccia delle Upanishad o il Tao degli antichi Cinesi da cui il mondo emana “come un albero”, sono immagini dello spazio vuoto o del non essere, da cui spira il soffio appena percettibile del creatore. Questo suono, nato dal vuoto, è il frutto di un pensiero che fa vibrare il Nulla e, propagandosi, crea lo spazio».

Secondo l’antica pratica induista del Nada Yoga, ovvero lo Yoga del suono, è possibile riarmonizzare mente e corpo attraverso l’ascolto di particolari note. La stessa parola Nada è formata da due mantra o parole sacre: NA si riferisce al Prana che corrisponde al respiro o, in altri termini, all’energia della vita. DA è collegato ad Agni, dio del fuoco, ossia quel calore che sostiene l’esistenza vitale. Dall’unione del respiro e del calore si originano le vibrazioni sonore.

Il Nada Yoga è un’antica scienza che utilizza il suono per raggiungere la conoscenza, la realizzazione del Sé e lo sviluppo di una profonda armonia con se stessi e il Creato. È una dottrina del suono interiore documentata già nelle Upanishad, scritte fra il XIV e XV secolo, delineata anche nel Sama Veda in cui sono raccolti canti liturgici e inni rivolti alle varie forme del Divino. Il Nada yoga si può definire come quella pratica che conduce all’unione con il sacro attraverso il ritrovamento del suono primordiale.

Lo Yoga del Suono agisce a livello fisico ed energetico, aprendo le porte alla dimensione cosmica dell’esistenza, in quanto stimola la percezione individuale di appartenere al Tutto. Già la stessa parola yoga implica una connessione, un’unione a un livello ultraterreno. Il suono è proprio il veicolo che stimola un’armonia interiore, fra mente, energia e spirito, primo passo verso una più alta connessione con la Natura e l’Universo.

Per praticare il Nada Yoga non è necessario essere intonati, in quanto è una ricerca del proprio suono interiore, attraverso varie tecniche, tra cui la ripetizione prolungata sonora o mentale di mantra, il canto di suoni semplici come le vocali e l’ascolto consapevole della propria voce. Il Nada Yoga, in quanto considera la vibrazione del suono in senso ampio e assoluto, ingloba il Mantra Yoga che utilizza la vibrazione di parole ritenute divine per raggiungere l’unione con il Tutto.

I mantra sono costituiti dall’unione di sillabe sacre che hanno il potere di risvegliare la coscienza interiore. Sono formule, parole o semplici suoni dotati di una particolare forza spirituale, invocati per avvicinarsi al Divino. La parola mantra è formata dalla radice mana che in sanscrito vuol dire “pensare”, mentre il suffisso tra deriva da traya, che significa “proteggere”, ma anche “liberare dal vincolo del ciclo della nascita e della morte”. I mantra sono dunque forze vibratorie che liberano la mente dai condizionamenti, la calmano e la proteggono. La ripetizione di un suono o di un mantra produce effetti positivi a livello psicofisico: la concentrazione s’intensifica e le percezioni sensoriali vengono rivolte verso la dimensione interiore. Si sviluppa una nuova percezione del Sé.

Più i suoni vengono riprodotti, più i condizionamenti e le varie forme di stress mentale si attenuano sino a scomparire, poiché le vibrazioni sonore, se pronunciate a voce alta e se sincronizzate coi movimenti del respiro, agiscono sul subconscio. Ripetendoli verbalmente, in una postura da meditazione (seduti, in una posizione comoda ma eretta, in un ambiente tranquillo), i mantra influiscono sull’energia del corpo, convogliandola in punti specifici del corpo fisico, psichico ed eterico, spalancando le porte alla gioia e alla consapevolezza spirituale.

Lascia il tuo commento

Per favore inserisci il tuo nome.
Per favore inserisci commento.