I Bambini in vacanza

Trasformare un incubo in un momento di crescita

Finalmente, le vacanze. In un attimo il tanto amato figlio si trasforma in uno zombie in pigiama che passa dal letto, alla tavola, al computer, e ricomincia il giro. E noi non sappiamo cosa fare per evitarlo. Per prima cosa però, è bene fare una premessa. Il riposo è giusto. È necessario. La scuola è per i figli un impegno, un vero e proprio lavoro. E come tale, deve avere come controparte il riposo. È oramai dimostrato che non è né educativo, né giusto, avere figli iperattivi, con milioni di attività collaterali che li tengano sempre occupati. L’eccessiva sollecitazione porta un tipo di stress che menti giovani e in continua crescita come quelle degli adolescenti, non dovrebbero ancora conoscere. È più che giusto che i figli godano di un momento di assoluto, meritato, riposo per recuperare le energie spese nei mesi di studio, e lasciarsi alle spalle le piccole ansie e le preoccupazioni che la scuola inevitabilmente porta con sé. Noi adulti, infatti, tendiamo a conservare ricordi “romanzati” dei tempi della scuola. Pensiamo siano stati momenti spensierati, allegri, felici. La memoria porta sempre con sé le esperienze migliori e quelli che oggi, a distanza di anni, sembrano episodi divertenti. Ma non è così. La scuola è sinonimo di stress, lavoro, paura costante del giudizio, rapporti difficili con gli altri e molte altre cose ancora, differenti per ognuno e legate alla personalità. Fatta quindi questa doverosa premessa, va comunque preso atto che, troppo facilmente, il riposo può trasformarsi in ozio e noia.

È importante utilizzare le vacanze per costruire qualcosa, per trovare uno spazio di crescita. Anche in questo caso, però, occorre stare molto attenti. Il concetto di apprendimento insito nella società odierna è simile a quello di lavoro, e viene associato all’idea della fatica, del sacrificio, di qualcosa che non piace, ma che è necessario. Questo è un preconcetto falso. Le lezioni che abbiamo imparato meglio, e in maniera più duratura, sono quelle che abbiamo “vissuto” sulla nostra pelle, perché ci hanno toccato, commosso, entusiasmato e perché, in qualche modo, sono entrate a fare parte di noi. Quelli che seguono sono una serie di suggerimenti sempre validi ma che occorre contestualizzare e plasmare sulle attitudini del ragazzo lavorando su di lui e nel contempo su noi stessi.

 

Incoraggiamo le passioni

Lasciamo che si appassionino a qualcosa. Anche se sembra stupido, anche se sappiamo che sarà un’infatuazione passeggera, anche se non lo condividiamo. Imparare ad appassionarsi è la base per diventare sani adulti sognatori, e combattere il grigio in cui la vita adulta cerca di relegarci ogni giorno. Lasciamoli fare. La fotografia, il disegno, la corsa, i fumetti, la cucina. Capita a tutti gli adolescenti di legarsi per un breve periodo a qualcosa che, ai loro occhi, appare vitale. Quando capita, non guardiamoli dall’alto in basso, non giudichiamoli, non rimarchiamo il fatto che tra due mesi avranno cambiato idea. Non ha importanza; sarà così. Ma, come spesso rimarchiamo, occorre vivere nel presente e oggi questa cosa è importante. Li ha scossi, ha catturato la loro attenzione e se piace a loro, allora DEVE piacere anche a noi.

Stiamogli al fianco facendo attenzione a non invadere il loro spazio. Cerchiamo di essere interessati a ciò che li entusiasma, ma non prevarichiamoli, a non diciamo loro cosa devono fare. Il terreno delle passioni adolescenziali è un terreno fragile, delicato, effimero. E pieno di cose non dette. Basta un passo falso, per far crollare tutto. Sta a noi trovare il giusto compromesso tra delicatezza e attenzione.

Fidiamoci

Diamo loro fiducia. Affidiamogli piccole responsabilità. In modo differente, a seconda dell’età e delle possibilità, ma diamo loro qualcosa da fare per noi. La fiducia di un genitore aiuta a crescere più di qualunque lezione imparata in un’aula di scuola. I figli diventano ciò che noi proiettiamo su di loro. Si fidano ciecamente di noi. E il nostro giudizio pesa sulle loro teste come una condanna, o una promessa. La distinzione dipende solo da noi. È per questo motivo che le “etichette” sono così pericolose. L’atteggiamento positivo, invece, può cambiare la percezione della propria maturità e responsabilizzare. Lasciamogli la possibilità di stupirci.

Godiamo della loro presenza

Stiamo con loro. Dedichiamo loro il nostro tempo, e soprattutto la nostra attenzione.

Impariamo a stare con loro. Perché loro, anche quando non sembra, anche sembrano disinteressarsi a noi in realtà ci vogliono intorno. Hanno bisogno di noi. Occorre vivere il momento, senza distrazioni, senza fretta, senza paura e godere della reciproca presenza. Tutto ciò che conta, è “Qui e Ora”. Mettiamolo in pratica anche nella nostra vita. Immergiamoci completamente nel momento in cui siamo insieme dimenticando i problemi di lavoro, il telefono, le preoccupazioni domestiche. Evitiamo di rimarcare le nostre aspettative e proviamo ad accoglierli per ciò che realmente sono senza giudicarli. L’ascolto è un primo passo. Lasciamo che si esprimano liberamente e cerchiamo di capire il loro mondo senza forzare, entrando in punta di piedi. Anche questo è Yoga: accogliere il prossimo con gioia e senza giudizi.

Interagiamo con loro

La cosa più importante da insegnare ai figli è l’interazione con gli altri. Può sembrare strano ma per farlo occorre vederli. Molti non vedono chi hanno di fronte. La loro mente proietta un’immagine che è la sommatoria di una serie di preconcetti sedimentati. Solo osservando con gli occhi e con il cuore possiamo sperare di cogliere i particolari che ci consentiranno d’agire correttamente; sono i piccoli gesti gentili, a fare la differenza. Cominciamo da noi stessi, creiamo attorno a noi un’atmosfera armoniosa carica di rispetto e di attenzioni. Essere disponibili però non significa essere deboli e neppure lasciare che facciano ciò che vogliono. Dobbiamo imporre delle regole ma queste vanno spiegate e fissate, con garbo e rispetto. Urlare non aiuta, serve solo a sfogare le frustrazioni personali.

Viviamo con loro lo Yoga

Lo Yoga è un ottimo strumento, per imparare a vivere il presente. Attraverso l’esecuzione delle Asana, il controllo degli allineamenti e del respiro o la meditazione, impariamo ad essere presenti, ad ascoltarci, a chiudere fuori tutto. Nel processo evolutivo lo Yoga può gettare fondamenta importanti per crescere adulti maturi e responsabili ma non è facile convincerli. E allora sovvertiamo le cose. Ribaltiamo gli schemi. Tutto è yoga. Si può praticare anche senza tappetino. Una passeggiata, lenta e consapevole, può diventare meditazione in movimento. L’ascolto della musica, se focalizzato e circostanziato, è meditazione. Un viaggio in paesi sconosciuti alla scoperta di culture e popoli differenti è un’ottima pratica Yoga.

Prendersi delle responsabilità, agire con determinazione e con dedizione offrendosi agli altri, prendersi cura di sé e delle proprie cose, è Karma Yoga (lo Yoga dell’azione).

 

Come vedete non serve molto per trasformare una vacanza in un percorso di crescita e quello che prima vivevamo come un incubo potrà trasformarsi in un’esperienza gioiosa e costruttiva, sia per loro che per noi perché, è bene ricordarlo, in ciascuno di noi vive ancora un bambino.

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