Varie persone incontrano numerose difficoltà nel meditare a causa di emozioni e pensieri fastidiosi che si agitano in loro. Talvolta, sono emozioni e pensieri che ci portiamo dietro da tempo, che in qualche modo ci accompagnano a vari gradi nella nostra vita, influenzandola. Nella tradizione meditativa orientale rabbia, illusioni, desideri, attaccamenti sono considerati i principali “veleni” della mente. Rappresentano una sorta di barriera che impedisce di sviluppare armonia, calma interiore e consapevolezza.
Abitudini emotive e mentali dannose per il corpo
L’approccio yogico e meditativo considera l’organismo nella sua globalità: mente, corpo, energia, emozioni, pensieri formano il nostro essere. Se proviamo emozioni negative o pensieri disturbanti, questi si riverberano più o meno direttamente anche sul piano fisico, come hanno messo in evidenza numerosi e recenti studi. Per esempio, presso la Irvine University della California hanno rilevato come le persone orientate all’ostilità e alla rabbia o all’ansia o al pessimismo siano più soggetti a contrarre disturbi cardiaci, artrite, ulcera, cefalea. Anche reprimere sentimenti, emozioni e pensieri è dannoso per la salute. Ciò conferma ancora una volta la complessità del nostro essere e quanto vi sia interdipendenza tra mente, corpo, emozioni, pensieri.
Non reprimere, ma conoscere, accettare e trasformare
Intraprendere un percorso meditativo aiuta a conoscere in profondità quali pensieri ed emozioni sono dannosi alla nostra gioia e alla nostra armonia. Sono proprio quei pensieri e quelle stesse emozioni che creano un ostacolo alla pratica meditativa. Non reprimerli, conoscerli e dar loro un nome – rabbia, desiderio, attaccamento, illusione – sono i primi passi necessari per accettarli e quindi per trasformarli. Accettarli, portarli finalmente a galla, capire che fanno parte di noi è essenziale per riuscire a meditare. Questo processo di conoscenza va oltre la meditazione, poiché è un’autoanalisi importante per la nostra evoluzione e per modificare talune abitudini non costruttive. Per trasformare pensieri ed emozioni disturbanti si rivelano adatte varie tecniche meditative, tra le quali si segnalano:
Anapanasati, la meditazione sul respiro, che consiste nel portare l’attenzione cosciente al proprio respiro. Si diventa consapevoli dell’aria appena entra e appena esce dalle narici. Quindi è opportuno trovare il punto in cui l’aria per la prima volta tocca il corpo entrando nelle narici e il punto nel quale l’aria uscendo per l’ultima volta tocca le narici. Si tratta di un punto soggettivo. Se durante la pratica sorgono pensieri si prende consapevolezza di essi, e poi si lasciano scorrere come nuvole.
Body scan, la scansione del corpo, con cui si “ascolta e percepisce” in modo consapevole il proprio corpo. È una pratica di presenza mentale. Attraverso la meditazione del body scan si scandagliano le esperienze corporee, alla ricerca dei punti di tensione. Questa pratica attiva il cervello pensante e stimola la connessione mente-corpo.