L’Istituto nazionale della sanità statunitense (NIH) sta conducendo uno studio volto ad analizzare il rapporto tra uso del computer da parte dei bambini e i cambiamenti nel loro cervello. Questa ricerca è stata finora portata avanti in 21 centri di ricerca statunitensi. Sono stati coinvolti 4500 bambini di età compresa fra i 9 e i 10 anni. Dagli elementi raccolti attraverso l’imaging a risonanza magnetica emerge chiaramente un dato importante: i bambini che trascorrono oltre sette ore davanti allo schermo di un computer, o smartphone, o tablet o video-gioco hanno dei cambiamenti nel loro encefalo.
La trasformazione più evidente riguarda la parte della corteccia cerebrale che tratta le informazioni inviate al cervello tramite i cinque sensi. I ricercatori hanno notato un assottigliamento proprio di tale corteccia nell’encefalo di quei bambini che fanno largo uso delle nuove tecnologie. Questo assottigliamento è prematuro considerata la loro tenera età ed è un segnale che indica un processo di invecchiamento. I ricercatori hanno però precisato di non sapere ancora esattamente se tale cambiamento sia davvero dannoso a lungo termine per lo sviluppo cognitivo dei bambini. Sempre da queste analisi è emerso però un dato più preoccupante.
Facendo test di linguaggio e di attenzione ai bambini che utilizzano ogni giorno, per due ore, computer o altri strumenti informatici, si sono riscontrati risultati peggiori a livello valutativo, rispetto ai risultati ottenuti dagli altri bambini. Alcuni dottori statunitensi, tra cui Dimitri Christakis, componente dell’Accademia americana di pediatria, esortano i genitori a evitare di far giocare i loro figli con i nuovi strumenti tecnologi, soprattutto tra i 18 e i 24 mesi, che è la fase più delicata. Lo studio promosso dall’Istituto nazionale della sanità statunitense non è terminato. In tutto sono seguiti 11mila bambini e solo nel corso del 2019 saranno pubblicati i primi risultati definitivi.