Come la meditazione modifica i circuiti neuronali

Recenti ricerche hanno messo in evidenza la stretta relazione fra benessere, pratica meditativa e cambiamenti positivi nei circuiti neuronali. Tra i pionieri di queste osservazioni vi è Richard Davidson, direttore del Laboratorio per le neuroscienze affettive e del Center for Investigating Healthy Minds presso l’Università di Madison, Wisconsin. Dagli studi condotti dal suo team emerge che determinate forme di meditazione – in primis la meditazione vipassana – modificano alcune zone del cervello. In particolare, hanno individuato un cambiamento nei lobi prefrontali sinistri, ovvero quell’area del cervello che sopprime i sequestri dell’amigdala. In conseguenza di ciò, i meditanti accrescono la capacità di regolare le emozioni, sviluppando maggiormente sentimenti positivi.

Dagli studi sinora condotti da Davidson e da altri come Wolf Singer (direttore dell’Istituto Max Planck per la ricerca sul cervello, specializzato in neurofisiologia) emerge chiaramente come la pratica meditativa che deve essere regolare e duratura modifichi il cervello, sviluppando in particolare alcune componenti emotive-comportamentali che determinano il benessere psicofisico. Tra queste componenti vi è la consapevolezza.

Aumentando l’attenzione cosciente si riducono stati mentali connessi alla distrazione. Quando la mente tende a distrarsi, allontanandosi dal momento presente, ci sono molte più probabilità di alimentare pensieri disturbanti e ansiogeni. Se invece si addestra la mente alla consapevolezza i momenti di deconcentrazione si riducono, e anche nel caso si manifestino, il grado di consapevolezza raggiunto permette di comprendere quando la mente non è centrata nel qui e ora.

Dalle ricerche del team di Davidson è emerso inoltre che la pratica meditativa genera nelle persone stati emotivi altruistici, come la compassione. I numerosi studi avviati in vari centri mettono in luce la plasticità del cervello. Quindi è possibile modificare il percorso neuronale: cambiandolo si modificano gli schemi di azione e di reazione. Vecchie abitudine malsane possono essere perciò sostituite con atteggiamenti di maggiore equilibrio e di autocontrollo.

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