Mentre si medita si sperimentano vari cambiamenti psicofisici. Questi cambiamenti variano d’intensità a seconda del livello meditativo raggiunto dal praticante. La calma interiore, la migliore ossigenazione delle cellule, il rallentamento della respirazione segno di una condizione di tranquillità sono tutti effetti dello stato meditativo in cui ci si trova. Il benessere generale che si prova è collegato anche a ciò che accade alle nostre onde cerebrali. Attraverso l’elettroencefalogramma vengono misurate proprio tali onde.
La frequenza delle onde cerebrali mostra in quale condizione psicofisica si trovi una persona. Se sono molto alte significa che il soggetto sta vivendo stress, ansia, paura, nervosismo e altri stati simili. Maggiore è la frequenza delle onde cerebrali, maggiore sarà l’energia che il cervello utilizzerà per produrre le onde cerebrali, a scapito di altre funzioni. Per esempio, in presenza di stress si avrà un indebolimento del sistema immunitario. Quando si medita in modo regolare si riesce a raggiungere un profondo stato di rilassamento proprio perché le onde cerebrali rallentano. Durante la meditazione generalmente la frequenza delle onde cerebrali si stabilizza tra i 7 e i 19 Hertz.
Si tratta di una frequenza sospesa tra le onde Alpha (8 e 13 Hertz) e le onde Teta (5 e 7 Hertz). Queste ultime denotano proprio uno stato di rilassamento e di benessere: sono le onde del sonno. Le onde Alpha si hanno mentre si sogna. Si spiega perché tanti meditanti sperimentano anche intensi momenti di creatività. In genere, mentre si medita a occhi chiusi si sperimentano soprattutto le onde Alpha, che producono una condizione sospesa tra la veglia e il riposo. Ciò che è importante per sviluppare benessere è non avere forti oscillazioni tra due estremi: sperimentare prima onde basse, poi onde alte. Quando ciò si verifica non si riesce a riposare bene. La meditazione regolarizza le oscillazioni delle onde, mantenendo in equilibrio non solo le onde cerebrali, ma anche l’organismo nel suo complesso.