Cardamomo, un aiuto non solo per la digestione

Gli indiani utilizzano da millenni il cardamomo. Questa spezia è riconoscibile facilmente per i suoi baccelli, all’interno dei quali si trovano piccoli semi particolarmente aromatici e benefici per l’organismo. Vi sono tre tipologie di cardamomo, ma la più pregiata è quella dai baccelli verdi, anche per le proprietà medicinali e culinari che essi contengono. La tradizione ayurvedica utilizza ampiamente questa spezia per l’azione che svolge a livello digestivo. Il cardamomo è infatti famoso in India per la sua capacità di placare i disturbi allo stomaco.

Questa virtù è stata messa in evidenza da una serie di studi avviati negli ultimi decenni, che confermano la sua azione antinfiammatoria e calmante. Come ha sottolineato Bharat B. Aggarwal, del dipartimento di terapie sperimentali dell’Anderson Cancer Center di Houston, ricercatori indiani hanno verificato come il cardamomo riesca a rilassare e a regolare le contrazioni muscolari nell’apparato digestivo. Da questo stesso studio è emersa inoltre la sua capacità di stimolare il sistema nervoso parasimpatico, responsabile della salivazione. Non a caso, in molti ristoranti indiani, a fine pasto, viene servito ai clienti un piattino contenente del cardamomo. Un’usanza collegata proprio alla capacità di questa spezia di aiutare la digestione. Ma non solo. Perché il cardamomo è utilissimo per contrastare l’alitosi.

Ciò è dovuto alla presenza al suo interno di un composto chiamato cineolo, ovvero un antisettico naturale efficace per eliminare quei batteri che causano l’alitosi. Le proprietà benefiche del cardamomo, nonché il suo sapore particolare e rinfrescante, dipendono dagli oli volatili presenti nei suoi semi. Sono queste sostanze che conferiscono alla spezia il suo sapore unico. Tra i composti più attivi vi è il già citato cineolo, che svolge un’azione non soltanto antisettica, ma anche antiossidante. Il cardamomo è una spezie talmente importante in India che nel 1978 fu fondato l’Indian Cardamom Research Institute, oggi noto col nome di Indian Institute of Spice Reasearch.

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