Varie tradizioni orientali associano l’emozione della paura a una specifica parte del corpo, i reni. Questa correlazione deriva dalla teoria dei Meridiani, utilizzata per esempio nello Shiatsu, nella riflessologia e nell’agopuntura. I Meridiani sono flussi di energia vitale che scorrono lungo il corpo. Essi formano un sistema ramificato e complesso di canali energetici, che portano il flusso vitale in ogni parte dell’organismo, dalla più piccola cellula a uno specifico organo.
La correlazione tra reni, acqua e paura
I reni svolgono importantissime funzioni: filtrano l’acqua e immagazzinano le riserve di energia del corpo. I reni vengono associati all’elemento Acqua. È nei reni che risiede la forza di volontà dell’individuo; essi rappresentano la radice della vita. Quando i reni non funzionano bene anche l’energia vitale si abbassa e può venir meno l’equilibrio psicofisico. Secondo la psicosomatica (che mette in correlazione corpo, energia e mente), quando i reni sono indeboliti si manifestano segni psico-energetici come la mancanza di volontà, insicurezze, nonché paure, talvolta immotivate.
Un aiuto dallo yoga
Quando ci sentiamo insicuri, o percepiamo paure o sperimentiamo una sensazione di apatia occorre stimolare i reni. Alcune asana lavorano proprio in tal senso.
Ustrasana
È la posizione del cammello. A livello simbolico quest’asana contribuisce a equilibrare l’elemento Acqua e infatti attiva i reni, favorendo la diuresi. Stimola anche l’energia vitale e a livello emotivo attenua gli stati ansiosi. Per approfondire i benefici e l’esecuzione di Ustrasana clicca qui.
Bhujangasana
Anche la posizione del cobra stimola le energie interiori e lavora sui reni mantenendoli sani. È benefica anche per armonizzare il sistema nervoso. Per eseguirla ci si sdraia proni con le gambe ben estese e i piedi in estensione. Si appoggiano le mani sotto le spalle. Inspirando si sollevano lentamente prima il capo, poi le spalle e il torace. Si piega la testa indietro, senza spingerla troppo. Si percepisce il movimento delle vertebre della schiena mentre si alza il torace grazie al sostegno delle mani ben appoggiate sul tappetino yoga. Ci si solleva in modo che le braccia siano distese. Lo sguardo è rivolto verso l’orizzonte. Si mantiene la postura per almeno 3 cicli respiratori.
Salabhasana
La posizione della locusta, oltre a rendere più flessibile la colonna vertebrale, stimola il plesso solare, e agisce positivamente sui reni migliorando la diuresi. Lavora anche sul sistema nervoso e sul piano energetico, rinvigorendo il corpo a livello psicofisico. Per approfondire Salabhasana clicca qui. Come variante si consiglia Ardha Salabhasana, la posizione parziale della locusta.