Riscoprire la gioia con lo Yoga

Percepire una profonda gioia è una delle sensazioni che emerge quando si porta avanti con regolarità un cammino yogico. È ormai ben noto come le asana, il pranayama e la meditazione contribuiscano ad accrescere equilibrio psicofisico e a creare uno “spazio” interiore caratterizzato da calma e felicità. Quando si pratica yoga si “rompe” la routine quotidiana e ci si dedica a sé, in un ambiente dove predominano calma e consapevolezza. È un momento speciale, poiché si ascoltano con attenzione cosciente le sensazioni interiori e i segnali che il nostro corpo ci trasmette durante la pratica. Lo yoga stimola uno stato di gioia. Vi sono alcune asana che agevolano ancor di più una condizione spensierata e leggera. Vediamone di seguito tre.

Ananda Balasana, il bambino felice

Quest’asana è adatta a tutti, anche ai principianti. È una posizione facile, e al contempo benefica, poiché calma la mente, rilassa la zona lombare e rinforza le braccia, le spalle e le anche. È anche una postura energizzante.

Come si esegue

Savasana è la posizione di partenza. In modo rilassato si piegano le ginocchia. I piedi sono ben ancorati a terra. Le braccia sono rilassate lungo i fianchi. Si portano le ginocchia al petto e con l’aiuto della spinta delle mani si divaricano le gambe, portandole verso le spalle. La schiena è allineata e appoggiata sul tappetino yoga. Le ginocchia sono piegate e spingono verso il petto, mentre la pianta dei piedi è rivolta verso l’alto. Questa postura stimola l’apertura del bacino.

Marjariasana, la posizione del gatto

flessibilità

Marjariasana è benefica per la colonna vertebrale, per le spalle e il collo. È una postura che stimola le energie ed è rilassante quando si è sovraccaricati da troppi pensieri.

Come si esegue

Si pratica partendo da una postura assisa. Dopo di che ci si mette in ginocchio a terra, con le gambe separate in armonia con la distanza del bacino. Si appoggiano le mani sul pavimento, separate e in linea con le spalle. Inspirando si inarca verso il basso la colonna vertebrale sollevando il capo. Mentre si espira, si abbassa il capo e si inarca la schiena verso l’alto, formando un arco. Nell’inspiro si incurva nuovamente la colonna vertebrale verso il basso. Si ripete il movimento per alcuni respiri, seguendo il flusso dell’inspiro e dell’espiro.

Salamba Sarvangasana, la posizione della candela

circolazione Salamba Sarvangasana

È una postura che agisce sulla circolazione sanguigna, in quanto le gambe sono distese verso l’alto, mentre testa, spalle e la parte superiore delle braccia sono ben appoggiati a terra. Si tratta di un’asana stimolante a livello energetico, che tonifica il sistema nervoso placando ansie.

Come si esegue

Per eseguirla si inizia partendo in Savasana. Inspirando si piegano le ginocchia, si sollevano le cosce verso il petto, con le mani ben aperte al di sotto del bacino. Espirando si solleva lentamente il bacino, sostenendo il busto con le mani. L’espirazione è profonda. Si portano le gambe ben distese e unite verso l’alto. I piedi sono rilassati, nella posizione a martello. Il tronco è sollevato e in questa postura il mento punta verso lo sterno. Le braccia sono ben centrate rispetto alla schiena. Gambe e il busto formano una linea retta perpendicolare rispetto al pavimento. Si rimane in questa posizione per almeno cinque o dieci respiri. La respirazione è diaframmatica-addominale. Si ritorna nella posizione di partenza piegando lentamente le gambe e la schiena a terra, senza sollevare il capo dal suolo. Salamba Sarvangasana è però sconsigliata a chi soffre di queste affezioni: ipertiroidismo, di pressione alta o bassa, reflusso gastrico, glaucoma e disturbi al naso, alla gola, ai denti, agli orecchi. Da evitare durante i periodi mestruali.

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