Il non giudizio è tra gli elementi fondamentali di un percorso meditativo e di consapevolezza. La tendenza a giudicarsi e a giudicare agli altri è comune. C’è chi sostiene che sia “naturale” giudicare persone, situazioni, oggetti. In realtà, a medio-lungo termine, la tendenza a giudicare questo o quello può essere dannosa per la propria evoluzione, soprattutto se si vuole intraprendere un cammino meditativo. Nella meditazione il non giudizio è essenziale.
Non giudicarsi durante e dopo la meditazione
Quando si inizia un percorso di meditazione durante e dopo la pratica è diffusa la tendenza a giudicarsi. Ci si giudica durante la sessione, quando per esempio la concentrazione sfugge, quando nella mente si accavallano i pensieri e le immagini. Una volta terminata la pratica il giudizio è ancora presente: ci si giudica perché non si è riusciti a sviluppare calma interiore o perché si è rimasti troppo deconcentrati. È importante però praticare in assenza di giudizio. Quando si pensa: “Ho sbagliato, mi sono deconcentrata/o, non è giusto pensare al passato”, e altre frasi simili, cataloghiamo la realtà in modo automatico. Giudicarsi continuamente significa rimanere in balia dei movimenti della mente, che oscilla tra poli opposti: bello/brutto, buono/cattivo, mi piace/non piace, ecc. Durante la meditazione occorre andare oltre la visione dicotomica per abbracciare l’imparzialità. Così facendo si va oltre le abitudini di pensiero che spesso nascondono pregiudizi.
Quando si tende a giudicare talvolta si perde di vista la realtà per quel che è. Meditare superando una visione dicotomica aiuta ad accrescere la propria consapevolezza. Non a caso, la pratica della meditazione spinge a essere più consapevoli di se stessi e del mondo “esterno”. Questo atteggiamento di imparzialità aiuta a comprendere pregiudizi, illusioni e inganni mentali. Quando si incomincia a meditare in modo regolare si comprende quanto sia fondamentale il non giudizio. Quando si impara a evitare il giudizio verso se stessi questa modalità si sposta anche verso gli altri: quindi non si tende più a giudicare una persona per questo o per quello, ma si interagisce in modo imparziale. La tendenza critica si affievolisce per far posto a una maggiore pace e armonia interiore. È un processo che alleggerisce molto l’esistenza e libera la mente dai preconcetti.
Come fare per sviluppare il non giudizio
Durante la meditazione, quando sorgono pensieri o immagini o sensazioni, si lasciano scorrere senza giudicarli e senza giudicarsi. Per riportare l’attenzione alla pratica ci si rivolge al respiro, che è lo strumento ideale e che è sempre a portata di mano per ricentrarsi nuovamente. Anche al termine della meditazione non cediamo alla voce critica interiore che ci sussurra giudizi. La meditazione ci sostiene nell’imparare a essere più consapevoli. Quando tendiamo a giudicarci o a giudicare gli altri proviamo a distaccarci dalla situazione. Se è possibile si chiudono gli occhi o si pone l’attenzione al respiro naturale. Questo distacco aiuta a inquadrare meglio la realtà e permette di avere un atteggiamento più lucido e consapevole senza cadere nella trappola del giudizio.