In un momento di forte stress, quando l’umore è altalenante e si tende a scendere sottotono la pratica dei Bandha può venire in aiuto. Il termine sanscrito Bandha può essere tradotto con vari significati: “allacciare”, annodare, “unire insieme”, “contrarre”. In effetti i Bandha sono contrazioni muscolari o contrazioni degli organi del corpo, eseguite in maniera volontaria. Queste contrazioni permettono all’energia di accumularsi in una determinata zona. I Bandha, nello yoga, consentono di controllare e incanalare l’energia vitale che circola attraverso Nadi (canali dove scorre il prana) e chakra (centri energetici) .
I Bandha sono quindi strettamente legati al pranayama. Attraverso il respiro controllato l’energia viene incanalata in una determinata zona del corpo. I Bandha permettono dunque di convogliare l’energia pranica collegata al respiro. Effettuare i Bandha è importante, in quanto permettono di tonificare e di purificare sia l’organismo nel suo complesso, sia organi interni specifici (come il pancreas, il fegato, il perineo, gli organi riproduttivi). Lavorando sul respiro, quindi sulle Nadi, viene stimolato il sistema endocrino, il quale a sua volta agisce principalmente sulle emozioni. I Bandha e il pranayama regolano e placano il respiro, pacificano la mente e, influenzando positivamente il sistema nervoso, sviluppano una sensazione di benessere.
Uno dei Bandha più praticati e noti è Jalandhara Bandha. Secondo B. K. S. Iyengar questo è il primo Bandha che lo yogi deve imparare. Jala significa “rete”, “trama” o “maglia”, mentre dhara si può tradurre con “trazione verso l’alto”. Con questo Bandha il collo e la gola vengono contratti. Si pratica nella postura meditativa. Le mani sono appoggiate sulle ginocchia. Si espira e poi si effettua un’inspirazione lenta e profonda. Si contrae la gola e si porta il mento nell’incavo tra le clavicole e lo sterno. Questo Bandha nella fasi si inspiro, espiro e ritenzione è fondamentale. Altri Bandha fondamentali sono: Uddiyana Bandha, Mulabandha e Mahabandha.