Bhakti Yoga, il potere della devozione

Il Bhakti Yoga è una delle principali vie yogiche che il praticante può scegliere di percorrere. Il termine sanscrito Bhakti viene tradotto con “amore” e “devozione”. L’amore e la devozione sono infatti i pilastri su cui si fonda questa forma di yoga, che rappresenta da millenni un grande e complesso movimento nato in India e poi diffusosi in tutto il mondo grazie a figure illuminate come sadhu, guru, siddha. Praticare il Bhakti Yoga significa conoscere se stessi e unirsi alla divinità attraverso la luce interiore. Il Bhakti Yoga presuppone una relazione profonda, continua e disinteressata con il divino; una relazione che non sfocia nel fanatismo, ma che si rivela terreno fertile verso una conoscenza che trascende la realtà materiale. Chi segue questo cammino pone al centro la dimensione filosofico-spirituale.

Bhakti yoga e amore incondizionato

Chi segue questa via è spinto a nutrire un amore puro e incondizionato verso il soggetto della sua devozione. Occorre espandere l’Anahata Chakra, il cuore, e aprirsi alle varie manifestazioni del divino. Per questo il soggetto della propria devozione può essere non soltanto l’essere supremo, dio, o una divinità del pantheon induista, come Krishna, ma anche lo spirito o l’energia universale. Questa relazione spirituale di amore incondizionato dona al praticante una grande forza interiore. È una forza che nasce anche dalla capacità di controllare pensieri, emozioni e desideri che possono nuocere alla purezza di questo amore.

Bhakti yoga, principi e azioni

I principi del Bhakti yoga si ritrovano nelle antiche scritture indiane, come la Bhagavad-Gita, gli Yoga Sutra di Patanjali e i Bhakti Sutra di Maharishi Narada. I Bhakti Sutra rappresentano un testo classico legato al sentiero della devozione a Dio. Gli 84 aforismi di cui è composto spiegano come coltivare l’amore puro e incondizionato verso il divino. Il praticante vive nell’amore, elargendo amore. Il praticante rispetta se stesso e gli altri; nutre fiducia nell’essere supremo; segue scrupolosamente quelle regole – spiegate negli Yoga Sutra – relative al comportamento e all’atteggiamento indispensabili per un processo di crescita. Tra queste regole (Yama e Niyama) vi sono: Ahimsa (non violenza), Satya (dire la verità), Asteya (non rubare), Brahmacharya (continenza) e Aparigraha (non desiderare, non accumulare). A queste se ne aggiungono altre, come Saucha (purezza interiore ed esteriore), Santosa (soddisfazione, serenità), Tapas (austerità, autodisciplina), Svadyaya (conoscenza di se stessi), e Isvara Pranidhana (abbandono, adorazione dell’Assoluto).

Bhakti yoga, come coltivare l’amore

Chi segue la via della Bhakti si distacca dalle illusioni mondane, dai desideri e dall’Ego per abbracciare una spiritualità intrisa d’amore. Maharishi Narada affermò: “Chi raggiunge l’amore divino diventa sereno e appagato all’interno di se stesso”. Per raggiungere l’amore divino e per vivere in esso occorre superare due veleni: l’orgoglio e la presunzione. Per questo la via del Bhakti yoga prevede meditazioni, canti, forme di adorazione per avvicinarsi alla divinità e abbandonare l’ego. Tra le forme di devozione troviamo i Kirtan. Il canto avvicina l’individuo al divino, crea un ponte comunicativo e un legame profondo attraverso i suoni. Preghiere, puja (offerte), azioni disinteressate (Karma yoga) sono le forme concrete con cui il devoto può coltivare amore e devozione.

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