Chi ha intrapreso un percorso di yoga o di meditazione, dopo un certo periodo di tempo abbandona lo spirito da principiante degli inizi. Sa di aver raggiunto determinati obiettivi e sa di aver appreso molti insegnamenti. È proprio in questa fase che si determina o meno un ulteriore, concreto sviluppo mentale, emotivo e spirituale. Guardando il cammino di yoga o di meditazione intrapreso si può giungere alla conclusione di essere bravi, capaci, esperti nella pratica. In questa fase c’è però il rischio di far emergere atteggiamenti, pensieri ed emozioni dannosi alla crescita. L’ego può gonfiarsi, possono manifestarsi atteggiamenti di superiorità e la capacità di apprendimento può interrompersi.
Ecco perché i saggi maestri orientali invitano i propri allievi a coltivare sempre la mente del principiante. Basti ricordare il maestro zen giapponese Suzuki Roshi, il quale affermò proprio che: “Nella mente del principiante vi sono molte possibilità, in quella dell’esperto poche”. Lo spirito del principiante è fondamentale, non soltanto in un percorso di yoga e di meditazione. È quello spirito che porta ad avere un atteggiamento di ascolto profondo e di continuo interesse verso ciò che si fa o si studia. Senza questo atteggiamento possono emergere noia, abitudine. Nutrire la mente del principiante permette anche di evitare giudizi negativi nei confronti delle altre persone, magari verso chi ha appena iniziato a intraprendere il nostro stesso cammino.
Emettere giudizi negativi e di superiorità ci fa dimenticare dei nostri inizi, del periodo in cui eravamo noi stessi neofiti. Se si guarda all’atteggiamento di tanti saggi maestri orientali, l’aspetto che colpisce è la loro umiltà. Non è un’umiltà debole, ma forte, piena di consapevolezza. È un’umiltà che li porta a essere sempre equanimi verso gli allievi. Possono mostrarsi severi o rigidi, ma non mostrano atteggiamenti di superiorità o forme egoiche. Nutrire l’essenza del principiante significa dunque lasciare la mente libera, aperta, sempre pronta ad apprendere, senza giudizi verso se stessi, né verso gli altri.