Partecipare alle attività culturali e di gruppo riduce i rischi di sviluppare forme depressive. È ciò che rivela uno studio pubblicato sul British Journal of Psychiatry. I ricercatori hanno preso in esame oltre duemila persone, sia donne che uomini, con un’età superiore ai 50 anni. Le analisi si sono svolte nell’arco di dieci anni. I partecipanti allo studio sono stati sottoposti a test e a questionari incentrati sul benessere mentale. I ricercatori hanno rilevato la frequenza con la quale le persone partecipavano a varie attività culturali. Dalle analisi dei dati è emerso che andare a teatro o al cinema permette, a chi ha superato gli “anta”, di allontanare gli spettri dei sintomi depressivi.

Secondo lo studio, chi partecipa almeno una volta al mese ad attività culturali vede diminuire del 48% il rischio di sviluppare sintomi connessi alla depressione. Secondo i ricercatori interessarsi alla cultura, anche in senso passivo, per esempio attraverso la lettura, produce effetti secondari positivi. Tra gli effetti primari vi sono la stimolazione delle emozioni e un maggior sviluppo delle capacità di ragionamento e di riflessione. Dall’altro lato, la partecipazione alle attività culturali è benefica, soprattutto per chi ha superato i 60 e 70 anni, in quanto ha la possibilità di incontrare altre persone.

Uno dei fattori che riduce la possibilità di contrarre forme depressive è proprio la socializzazione. Per un anziano, uscire di casa e frequentare spazi con tanta gente, come può essere un teatro, rappresenta uno stimolo a uscire dal proprio mondo isolato. La solitudine è uno dei nemici della salute mentale, non solo per gli anziani. Una persona ha bisogno di interagire con gli altri, con amici, ma anche con estranei. Se la socialità è associata alla cultura i benefici psicofisici aumentano. Come rivela lo studio qui segnalato le attività culturali liberano nel corpo la dopamina, ovvero il neurotrasmettitore del piacere e del benessere.