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Vivere una vita sattvica

“Sattva” è la qualità della luce, dell’amore e della vita, la forza superiore o spirituale che ci consente di evolvere nella coscienza

Così il dottor David Frawley, in Yoga e Ayurveda: autoguarigione e autorealizzazione.

Il libro di Emine e Paul Rushtone, Sattva – Vivere bene con l’Ayurveda, approfondisce proprio il concetto di Sattva. Questa parola in sanscrito indica la “coscienza”, ma i suoi significati sono numerosi.

Come sottolineano Emine e Paul, Sattva indica:

Sattva, nel linguaggio dell’Ayurveda, indica uno dei tre guna (gli altri due sono Rajas e Tamas), ovvero quelle qualità più sottili della natura, che rappresentano le fondamenta della materia e della vita. I guna sono energie e tutto l’universo ne è costituito. Nella scienza ayurvedica, ma anche nello yoga, si parla di Sattva per indicare l’essenza più pura della bontà. Essere Sattva significa avere una mente serena, un corpo vitale e una coscienza pura.

Cosa significa “vivere una vita sattvica”

Quando cerchiamo di sviluppare un’energia sattvica nella quotidianità, apparentemente, la routine giornaliera non cambia di molto. Ciò che viene modificato è il modo con cui la percepiamo. Di fronte alle sfide – come sottolineano Emine e Paul Rushtone –  “possiamo scegliere di reagire con panico, impazienza e frustrazione, oppure affrontare gli alti e bassi con serenità, senso di prospettiva e pazienza”. Affrontando così le sfide agiamo e viviamo con maggiore consapevolezza.

Alcuni passi per praticare Sattva

Uno stile di vita olistico

Emine e Paul Rushtone suggeriscono nel libro diverse pratiche per promuovere una vita sattvica. Tra queste vi è la respirazione yogica completa.

Per approfondirla clicca qui:

Liberare le tensioni mentali con la respirazione yogica completa

Un altro elemento importante è recuperare un legame con la natura e con i suoi ritmi. Ciò è possibile immergendosi di frequente negli spazi verdi dei boschi, dei parchi e sentendo anche l’unione con gli Elementi (Aria, Acqua, Terra, Fuoco, Etere). Fondamentale poi vivere in armonia con le energie del giorno, che cambiano a seconda che si consideri il mattino, il pomeriggio e la sera. Emine e Paul, sulla scia della filosofia ayurvedica, consigliano di alzarsi al sorgere del sole (verso le 6.00 del mattino) e di coricarsi alle 10.00. Questo ritmo sonno/veglia permette di sfruttare al meglio le proprie energie e quelle dell’universo.

 

Altre pratiche e suggerimenti li trovate all’interno del loro libro
Sattva – Vivere bene con l’Ayurveda
Il Punto d’incontro

 

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