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Yoga e autunno: consigli per vivere bene il cambio di stagione

La pratica dello yoga ci insegna 
a vivere in sintonia con i ritmi della natura. 

L’Equinozio d’autunno porta una serie di cambiamenti esterni e interni a noi. Se le variazioni nell’ambiente sono più visibili – dal colore della vegetazione che muta alla caduta delle foglie – le trasformazioni che avvengono dentro di noi possono essere meno evidenti.

Eppure, ascoltando con attenzione i segnali che ci lancia il corpo, possiamo accorgerci del cambio di stagione. Questa è una fase in cui occorre alimentare l’equilibrio psicofisico e, al contempo, lasciar andare ciò che non serve per affrontare al meglio l’autunno.

Lo yoga ci permette di vivere questo periodo 
in modo sereno e consapevole.

Un primo consiglio è quello di utilizzare al meglio le energie, senza disperderle. Abbiamo avuto modo di rafforzare il nostro benessere in estate, grazie a giornate trascorse di più all’aria aperta e a contatto con la natura. L’autunno ci invita a modificare alcuni ritmi per preparare mente e corpo all’inverno. Nonostante la ripresa di tante attività, che è tipica della stagione autunnale, è fondamentale decelerare. Ciò non significa diminuire gli impegni, vuol dire piuttosto trovare un equilibrio.

In tal senso, praticare yoga ci può aiutare a vivere in armonia il cambiamento di stagione.

È importante creare una pratica che unisca
posizioni di radicamento e di purificazione dalle tossine.

Le prime ci permettono di non cadere nell’energia dispersiva tipica dell’autunno; le secondo ci aiutano a mantenere sano il corpo, evitando stagnazioni energetiche.

Come posizioni di radicamento si possono scegliere tra:

Vrksasana, la posizione dell’albero, utile per favorire la concentrazione, l’equilibrio e la presenza mentale. Maggiori info qui.

Tadasana, la posizione della montagna, è benefica per la postura. In questa asana i piedi sono appoggiati a terra e le braccia sono ai lati del corpo. I palmi delle mani sono leggermente aperti.

La colonna vertebrale è dritta ma non rigida. È altresì importante distribuire equamente il peso del corpo su entrambi i piedi. Le ginocchia, le anche e le spalle sono allineate.

Si chiudono gli occhi e si respira in maniera spontanea, senza sforzo. Si rimane consapevoli del flusso dell’inspiro ed espiro, portando l’attenzione ai piedi ben radicati a terra.


Urdhva Hastasana è un’altra posizione che sviluppa equilibrio e concentrazione. E’ molto simile a Tadasana, la posizione della montagna, ma in questo caso le braccia sono sollevate in alto. Infatti, il nome in sanscrito sottolinea proprio questo aspetto, in quanto urdhva significa “verso l’alto”, hasta indica le mani.

Per eseguire Urdhva Hastasana si parte da Tadasana, la posizione della montagna.  Quindi occorre posizionarsi ben dritti, con i piedi tra loro vicini, la schiena ben allungata, anch’essa dritta, ma non rigida. Le spalle rimangono morbide. Il peso del corpo si distribuisce sugli arti inferiori. Le braccia sono allungate lungo il corpo. Inspirando si sollevano mani e braccia e si portano in alto, oltre il capo. I palmi delle mani sono tra loro paralleli: quello destro è rivolto verso quello sinistro. Le braccia sono bene allungate. Lo sguardo è anch’esso rivolto verso l’alto, verso le mani.

In questa posizione è importante percepire la stabilità, il radicamento, e il collegamento tra cielo e terra. il respiro è profondo, lento, senza sforzo. Si rimane in questa posizione per alcuni cicli respiratori.

Per quanto riguarda le asana volte a purificare il corpo,
possiamo affidarci a quelle posizioni che prevedono una torsione,
in quanto stimolano le funzioni digestive;
inoltre, armonizzano il sistema nervoso.

Tra le posture indicate a tutti vi è Jathara Parivartanasana. In quest’asana c’è un’oscillazione delle gambe, che ruotano da una parte all’altra. Questo movimento ondulatorio aiuta a rilassare la mente ed è benefico per gli organi addominali.

Si inizia rimanendo supini. Savasana è la posizione preparatoria. Si allargano le braccia portandole all’altezza delle spalle. I palmi delle mani sono rivolti verso l’alto. Espirando, si piegano le gambe. I piedi e il bacino sono ben appoggiati al tappetino yoga. Si solleva leggermente il bacino e si flettono le gambe sull’addome. Si scende con le ginocchia verso destra. Lo sguardo rimane rivolto verso l’alto. Le scapole e le spalle mantengono il contatto con il tappetino yoga. Inspirando si alzano le gambe lasciandole piegate e nell’espiro si ripete il movimento verso sinistra. Questa rotazione, seguendo il ritmo dell’inspiro e dell’espiro, può essere ripetuta per diversi cicli respiratori.