Garuda significa “aquila”, ma viene anche tradotto come “re degli uccelli”. Si tratta di un animale mitologico che ha alimentato storie e leggende sia induiste, sia buddhiste. Nella tradizione indù Garuda è il destriero del dio Vishnu. Nel buddhismo Garuda è associato all’avvoltoio, che trasporta Amoghassiddhi (che significa “colui i cui conseguimenti non sono vani”), il Buddha della meditazione. Si tratta di un mitico animale, metà uomo e metà uccello: la testa, la coda e le ali sono quelle di un’aquila, mentre il corpo dorato e le gambe sono quelle di un uomo.
L’asana associata a Garuda
La postura associata a questo mitico uccello è Garudasana. Si tratta di una posizione di equilibrio, asimmetrica, che si esegue in piedi. È una postura che, all’inizio, può creare difficoltà, proprio perché bisogna praticarla con grande concentrazione e presenza mentale. Per questo rappresenta un’asana che permette di rafforzare l’equilibrio psicofisico. Per approfondire Garudasana clicca qui.
Il mudra associato a Garuda
Garuda mudra permette di stimolare un’intensa sensazione di libertà. Proprio come il mitico uccello delle mitologie induista e buddhista si libra nell’aria, così chi esegue questo mudra si apre all’ispirazione, allo spazio, a ciò che non è ancora conosciuto. È un gesto sacro che dischiude un senso di apertura e permette di lasciar andare emozioni e pensieri pesanti. Praticarlo significa oltrepassare i giudizi e intraprendere un processo di liberazione.
Come si esegue
Si adotta una postura meditativa assisa. Si incrociano le braccia davanti al petto. Si allargano bene le dita. I palmi sono rivolti al corpo, e non verso l’esterno. I pollici sono tra loro uniti. Questa posizione delle mani richiama proprio l’immagine dell’apertura alare del mitico uccello Garuda (si veda l’immagine in alto in evidenza).