L’India è la terra che ha dato origine alla filosofia dello yoga e alla medicina ayurvedica. Per questo rimane il punto di riferimento per quanti desiderano sfruttare un periodo di vacanza per dedicarsi al proprio benessere, praticando asana, meditando e seguendo trattamenti ayurvedici. L’offerta è davvero ampia. Per questo occorre fare attenzione sia alle mete che si scelgono, sia alla qualità della struttura di accoglienza. Risulta quindi utile conoscere bene la storia del luogo, i servizi proposti, le qualifiche dello staff e da quanti anni svolgono l’attività. Qui di seguito non riportiamo nomi di strutture, piuttosto segnaliamo quelle zone dell’India dove a nostro avviso si respira ancora quella spiritualità imprescindibile per quanti desiderano viaggiare nel subcontinente indiano.
Prima tappa: Kerala


Partiamo dal sud, quindi dal Kerala, ritenuto meta per eccellenza per i trattamenti ayurvedici. Questo ampio Stato dell’India racchiude una natura rigogliosa, dominata da un verde intenso. I suoi paesaggi variano dalle distese di tè che ricoprono le montagne, alle bellissime spiagge dove svettano palme da cocco, passando per splendidi giardini avvolti da profumi speziati. Il Kerala è un posto ideale per rigenerarsi a contatto con la natura, per rilassarsi e riattivare corpo e mete. In tante strutture di ottimo livello si possono seguire programmi ayurvedici personalizzati, grazie ai quali adottare una routine sana ed equilibrata.
Tra i luoghi da non perdere, Alleppey – chiamata anche Alappuzha – definita la “Venezia d’Oriente”. È qui che s’incontrano e si ammirano le “backwaters”, rete di canali e fiumi da scoprire fluendo sull’acqua grazie a una mini-crociera. Per chi ama rimanere a contatto con la natura meta ideale è anche Kumarakom, un insieme di piccole isole sul lago Vembanad. La natura è talmente protetta che si trova il Kumarakom Bird Sanctuary, che accoglie numerose specie di uccelli migratori.
Tra le tante spiagge per rilassarsi si può far tappa a Marari, a pochi chilometri da Alleppey, luogo idilliaco dove si può ancora comunque conoscere le usanze locali legate alla pesca. Nelle vicinanze sorge l’antico tempio Mararikulam Shiva, dove la divinità maschile è seduta di fronte alla consorte Dea Parvati. In questo tempio si adorano due manifestazioni del dio Shiva: Vadakkanappan e Thekkanappan.
Seconda tappa: Himachal Pradesh


Ci spostiamo verso il nord dell’India, dove l’induismo incontra il buddhismo. Lo Stato dell’Himachal Pradesh è noto per le sue montagne innevate (espressione che è del resto il significato della parola Himachal) e perché è qui che l’attuale XIV Dalai Lama ha trovato accoglienza, dopo essere fuggito nel 1959, dal Tibet.
Dharamshala è da decenni la capitale del buddismo tibetano e non a caso viene detta anche la “Piccola Lhasa”. Tra colorate bandierine tibetane, canti dei e un’atmosfera di calma ci si può dedicare alla pratica contemplativa. Il complesso in cui si trova il Dalai Lama è nella parte su dell’area di McLeod Ganj. I visitatori hanno la possibilità di partecipare sia alle preghiere guidate dai monaci, sia alle camminate meditative.
Dharamshala non è solo sinonimo di buddhismo tibetano, perché qui sorge un importante tempio induista: quello di Chamunda Devi. Dedicato alla dea Kali, questo sito è considerato uno dei luoghi più spirituali della regione. Fa parte del percorso legato al pellegrinaggio rituale dell’India del nord.
Terza tappa: Uttarakhand


L’Uttarakhand è forse lo Stato indiano dove si respira maggiormente una profonda spiritualità. Sarà grazie alla natura incredibile che lo caratterizza, dominata dal verde delle foreste, dal bianco-blu di laghi e fiumi e dalle vette imponenti dell’Himalaya.
È qui che si trovano alcuni dei siti di pellegrinaggio più importanti in India: Haridwar, Kedarnath, Badrinath, Yamunotri e Gangotri. Ed è ancora qui che si può compiere l’ascesa verso le mitiche sorgenti del Gange. Una destinazione perfetta per abbracciare il sacro.