Alcuni li chiamano blocchi, altri preferiscono il termine mattoncini. A prescindere dalla parola che si usa, ci si riferisce sempre a un supporto utile per i praticanti di yoga.
L’utilizzo dei blocchi risulta indicato per vari motivi:
- facilita l’esecuzione di determinate asana, che all’inizio, possono essere complesse;
- agevola l’allineamento e la flessibilità;
- rende una postura più stabile e sicura.
Partiamo dal materiale con cui sono realizzati i blocchi
Vi sono quelli in sughero, un materiale morbido e piacevole anche al tatto. Il sughero ha proprietà antibatteriche e per queste sue caratteristiche è adatto a quanti ricercano una pratica il più naturale possibile e al contempo sicura. È perciò indicato per chi pratica soprattutto Yin Yoga, o anche Restorative Yoga.
In alternativa, ci sono blocchi in schiuma, che garantiscono una buona stabilità, anche grazie alla forma compatta. Questi supporti sono adatti a quanti praticano Hatha Yoga.
Perché utilizzare i blocchi come supporto
Per i principianti: il blocco yoga è utile a chi inizia ad approcciarsi allo yoga e sperimenta difficoltà nell’eseguire alcune asana.
L’uso di questo accessorio permette di creare quell’allungamento di braccia o gambe indispensabile per completare la posizione yoga, che, altrimenti, sarebbe incompleta. Per esempio, il blocco può sostenere le mani quando vi è una difficoltà nel toccare il suolo in posizione eretta. In questo modo, il neofita può capire meglio come sentire l’asana e come procedere per poi eseguirla in modo autonomo, senza l’uso del supporto. Lo stesso discorso vale nel caso di posture yoga che richiedono flessibilità e stabilità.
L’uso dei blocchi yoga evita infortuni ed errori durante la pratica.
Per chi pratica da anni yoga, può trovare confortevole l’uso dei blocchi nel caso di posizioni avanzate e che richiedono una maggiore sicurezza. Inoltre, i supporti, come i blocchi, sono ampiamente usati tra chi segue lo yoga Iyengar.
Facilitare le asana con i blocchi
L’uso dei blocchi come supporto nella pratica yoga si rivela quindi decisamente versatile. La maggior parte delle asana può includerne l’utilizzo. Vediamo alcune, adatte anche ai principianti.
Setu Bandhasana

Si tratta di una posizione invertita simmetrica. Il corpo riproduce la forma di un ponte. È sconsigliata per chi ha problemi alla schiena e alle spalle. È indicata per sciogliere blocchi e tensioni e per ritrovare armonia interiore.
Per praticarla correttamente, occorre una buona flessibilità a livello della colonna vertebrale, poiché occorre inarcarla. Per questo l’uso di un blocco yoga può agevolare la pratica.
È sufficiente posizionarlo in modo verticale nell’area del coccige, in modo che possa aiutare a sostenere il bacino e la schiena.
Viparita Karani

Si tratta di una posizione “semplice rovesciata”, detta “della mezza candela”, poiché le gambe e il bacino non si estendono completamente verso l’alto come avviene nella classica postura di Sarvangasana. Viparita Karani può essere effettuata con l’ausilio di supporti, per esempio, usando un blocco yoga, da posizionare sotto l’area lombare in modo da agevolare l’allungamento in alto delle gambe.
Adho Mukha Svanasana

La “posizione del cane che guarda in giù” è un’asana energizzante, grazie agli allungamenti che permettono di far fluire l’energia.
In questo caso, i blocchi yoga si posizionano al di sotto delle mani, proprio per facilitare lo “stiramento” delle gambe e delle braccia.

È possibile sostituire lo zafu con il blocco yoga nella sessione meditativa. Il vantaggio del blocco yoga è il facile trasporto, essendo di dimensioni più piccole rispetto al classico cuscino da meditazione. Può quindi essere usato quando si è in viaggio o quando si vuole praticare all’aperto.