Chi svolge un lavoro intellettuale ha bisogno di ritrovare calma e concentrazione. Sebbene in questi casi l’attività fisica sia ridotta, il corpo consuma comunque energia. Infatti, il cervello ha bisogno di ossigeno per svolgere i vari compiti e assorbe più energia di quanta generalmente si pensi. Ecco perché – pur non effettuando movimenti impegnativi – chi svolge un lavoro che coinvolge molto la mente tende a stancarsi. Il cervello ha bisogno di recuperare la giusta energia. Praticando yoga e meditazione regolarmente aiutiamo il corpo a ossigenarsi, attenuando così stanchezza e stress.
Quali asana prediligere
Lo yoga in generale stimola il flusso delle energie psicofisiche, agendo positivamente sul sistema nervoso, favorendo poi la chiarezza mentale. Specifiche asana permettono di aumentare l’afflusso di ossigeno al cervello, come le posizioni semi-invertite e invertite. Si tratta di asana caratterizzate da un elemento comune: la testa viene portata in una posizione che si situa sotto al plesso cardiaco, quindi sotto il cuore. Ciò permette di aumentare l’afflusso di sangue verso il cervello, stimolandone così anche l’ossigenazione. Inoltre, le posizioni semi-invertite e invertite aiutano a ridurre stati ansiosi.
Posizioni semi-invertite consigliate
- Adho Mukha Svanasana
- Parsvottanasana
- Prasarita Padottanasana
Posizioni invertite consigliate
- Salamba Sarvangasana, posizione della candela
- Halasana, posizione dell’aratro
Per calmare la mente e favorire la concentrazione
Oltre alla pratica regolare dello yoga è consigliato anche meditare quotidianamente. Dedicarsi alla meditazione mattino e sera, per almeno 10 minuti per ogni sessione, permette di attivare una serie di benefici:
- riduce gli ormoni dello stress, come il cortisolo;
- pacifica la mente;
- favorisce una maggiore calma;
- migliora i livelli di concentrazione;
- affina la presenza mentale;
- sviluppa un senso di tranquillità e di stabilità.
Quali meditazioni privilegiare
Una pratica semplice ma efficace è la meditazione sul respiro. Questa forma meditativa si può eseguire anche a occhi aperti e ovunque. In questo caso non si parla tanto di meditazione, quanto di pratica di consapevolezza.
La consapevolezza del respiro
Si esegue portando semplicemente l’attenzione al respiro naturale. Anche ad occhi aperti, ci si focalizza sull’inspiro e sull’espiro. Mentalmente si possono pronunciare queste parole per facilitare la presenza mentale: “Inspiro, espiro”. Si procede in questo modo per almeno cinque minuti. Questa pratica può essere effettuata in vari momenti della giornata. Ciò permette di stimolare l’attenzione, favorendo anche un miglior apporto di ossigeno.
La meditazione sul respiro
In questo secondo caso, occorre scegliere un momento e un luogo adatti alla pratica meditativa. È importante trovarsi in uno spazio tranquillo, silenzioso, dove non si venga disturbati. Occorre inoltre assumere una posizione meditativa tra quelle qui segnalate. Si chiudono gli occhi e si porta l’attenzione al respiro naturale e spontaneo, senza sforzo. Ci si focalizza quindi sull’aria che entra e che fuoriesce in un punto preciso (come per esempio un punto della narice). Si prosegue in questo modo per almeno dieci-venti respirazioni complete.
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