Yama, etica e purificazione

Chi pratica da anni yoga sa che per raggiungere il Samadhi non basta eseguire asana, praticare pranayama, meditazione, mudra o cantare mantra. Come ci spiegano gli Yoga Sutra di Patanjali, prima di iniziare ad assumere una certa posizione occorre concentrarsi prima sugli aspetti etici della pratica. Nello yoga si parla proprio di cammino, poiché è necessario seguire determinate fasi al fine di raggiungere la realizzazione e il risveglio. Tale cammino si definisce ottuplice sentiero o Ashtanga yoga, caratterizzato da otto stadi.

Le prime fasi sono Yama e Niyama. Questi insegnamenti costituiscono insegnamenti che mettono al centro l’etica personale e la propria condotta. Yama e Niyama favoriscono una purificazione che non è solo del corpo, ma anche della mente. Quando vengono seguiti con atteggiamento sincero, si risvegliano dentro di sé energie e pensieri che conducono a uno stile di vita fondato sulla gioia e sull’armonia.

Iniziamo ad approfondire gli Yama.

Gli Yama

Gli Yama costituiscono il primo stadio dell’ottuplice sentiero.

Si tratta di un insieme di principi etici e di regole di comportamento sociale, che comprendono:

  • Ahimsa, non violenza.
  • Satya, sincerità.
  • Asteya, non rubare.
  • Brahmacarya, astensione e castità.
  • Aparigraha, rinuncia.

 

Vediamo gli Yama in dettaglio.

 

Ahimsa

Si tratta della non-violenza, non soltanto fisica, ma anche verbale. La violenza può ritrovarsi anche nei pensieri, nelle idee, nelle intenzioni. Secondo la filosofia yogica, qualsiasi atto di violenza produce una reazione negativa, che può essere immediata o futura, secondo la legge del Karma. Occorre nutrire compassione, equanimità, gentilezza

Satya

Ci si riferisce alla verità, alla sincerità. In tal senso occorre rifiutare la menzogna. Comunicare, parlare in maniera onesta, non violenta, sincera significa seguire la tradizione yogica.

Asteya

Questo Yama si riferisce alla regola del non rubare. Questo principio abbraccia il concetto di onestà nel senso più ampio del termine. Onestà nel non rubare oggetti altrui, o anche idee che appartengono ad altri.

Aparigraha

La quarta regola indica la non-cupidigia. Ciò significa che è necessario imparare a non accumulare. Smettere di volere sempre di più significa allontanarsi dall’avidità. È un modo efficace per evitare il superfluo.

Brahmacharya

Spesso tradotto con il termine castità, questo Yama ci invita a non cedere ai richiami della mente e dei sensi. Ci aiuta ad avere un equilibrato autocontrollo. Praticando le successive fasi dell’ottuplice sentiero si impara a trasformare l’energia fisica in energia spirituale.

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