Wabi-Sabi, accettare le imperfezioni

La filosofia giapponese del wabi-sabi va controcorrente, poiché è un inno all’imperfezione. Il Wabi-sabi è un’idea estetica in cui vengono elogiate impermanenza e imperfezione. Infatti il termine giapponese “wabi” indica povertà, semplicità, mentre “sabi” è una parola un po’ più difficile da tradurre, perché, come molti vocaboli giapponesi, il suo significato cambia a seconda delle circostanze. “Sabi” può voler dire “avvizzito”, “freddo”, ma in generale si riferisce alla bellezza del tempo che passa.

Una particolare visione del mondo

“Wabi-sabi” non è solo una filosofia, non è solo una concezione estetica, è anche una visione del mondo e un’arte di vivere. Leonard Koren, architetto statunitense, artista d’avanguardia e poeta, sintetizza così il concetto di wabi-sabi: “È la bellezza delle cose imperfette, impermanenti e incomplete. È la bellezza delle cose modeste e umili, è la bellezza delle cose atipiche”. Questa filosofia, che è anche arte di vivere, appare dunque strettamente connessa ai principi base del buddhismo zen, ancora molto diffuso anche in Giappone. In questa scuola buddhista sono infatti centrali la semplicità, la contemplazione, la ricerca della verità andando oltre orpelli e sovrastrutture. Accettare l’impermanenza significa cogliere la bellezza anche nelle imperfezioni, proprio come insegna la filosofia wabi-sabi.

Armonia con la natura

Essendo nata dal buddhismo zen, la filosofia wabi-sabi si ispira alla natura. Anzi, abbracciare quest’arte di vivere significa sentirsi uniti alla natura, e non separati da essa. Per questo in una casa o in un ambiente professionale si possono introdurre elementi naturali che esprimano i colori del mare, dei prati, dei boschi. Nella natura non esiste il concetto di perfezione, ma di bellezza. Ecco che la natura diventa sorgente da cui trarre ispirazione per vivere in armonia con essa. Rispettare e proteggere la natura è la prima regola fondamentale per essere davvero in armonia con essa. Ciò presuppone una sorta di deprogrammazione dell’idea secondo cui l’essere umano è al centro di tutto e deve dominare tutto. È ormai chiaro che è piuttosto il contrario: il genere umano non è al centro della natura, ma appartiene alla natura. Se feriamo le foreste, se inquiniamo l’aria e le acque feriamo e inquiniamo noi stessi. La filosofia wabi-sabi ci invita a recuperare quell’equilibrio con la Madre Terra.

Silvia C. Turrin

Per approfondire consigliamo la lettura del libro:

Wabi Sabi” di Beth Kempton (Corbaccio Editore, 2019)

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