Chi pratica yoga dovrebbe conoscere il nome di Vanda Scaravelli. Lei che è stata tra le prime, se non la prima, in Italia, a insegnare asana e pranayama a quelle persone – tutte già insegnanti – che hanno avuto la fortuna di “essere accettate/i da lei” come allieve/i.
Sì, perché Vanda Scaravelli è stata una maestra sui generis, proprio come il suo percorso di vita è stato singolare.
Ricordata poco o, addirittura, ingiustamente dimenticata (soprattutto nel suo Paese d’origine, l’Italia), questa donna minuta, ma tenace ha scritto importanti pagine della storia dello yoga europeo contemporaneo.

Tra cultura, musica e yoga
Vanda nacque a Firenze, nel 1908, in una famiglia in cui cultura, musica e arte erano di casa. Suo padre, Alberto Passigli, è ricordato per essere colui che ha fondato l’Orchestra Stabile e creato il Maggio Musicale Fiorentino. Clara Corsi, la madre di Vanda, tra le prime donne italiane a laurearsi, è stata un’eccellente pianista. Seguendo le orme dei genitori, anche Vanda studiò musica, imparando a suonare il pianoforte sin dalla tenera età. La sua passione per le sette note l’accompagnerà per tutta la vita, tanto da creare un legame tra la musica e lo yoga.
L’amore per le filosofie orientali si insinuò in lei, giovanissima, dopo aver ascoltato un discorso di Jiddu Krishnamurti. Nel 1940, Vanda sposò Luigi Scaravelli, professore di filosofia all’Università di Roma e Pisa. Ebbe poi modo di incontrare più volte Krishnamurti (1895-1986). Il celebre filosofo e pensatore indiano era infatti spesso ospite presso la casa dei coniugi Scaravelli-Passigli, come anche il celebre maestro Yehudi Menuhin (1916-1999), virtuoso violinista, accolto regolarmente nella casa svizzera a Gstaad. Fu proprio Menuhin (a cui dedicheremo prossimamente un Articolo), a far conoscere a Vanda uno dei grandi maestri dello yoga, B.K.S. Iyengar, all’epoca decisamente poco noto in Europa.
L’incontro con B.K.S. Iyengar e T.K.V. Desikachar

Vanda Scaravelli in Paschimottanasana
mentre pratica con il maestro B. K. S. Iyengar in Mayurasana
Dunque, la casa a Gstaad divenne spazio privilegiato dove Iyengar insegnò l’arte degli asana a Vanda. Lezioni alle quali seguirono quelle di T.K.V. Desikachar, figlio di Krishnamacharya, tra i pionieri dello yoga moderno. Tutto questo accadeva in una fase esistenziale difficile per Vanda, a causa della perdita prematura e tragica del marito, Luigi Scaravelli (19 luglio 1894 – 3 maggio 1957).
Possiamo dire che furono la conoscenza e la pratica dello yoga a permettere a Vanda Scaravelli di esperire “una seconda vita”.
Durante gli anni in cui il maestro Iyengar le insegnava le varie posture yoga, Vanda si rese conto di stare meglio, come lei stessa affermò: “La mia salute migliorò sensibilmente, mi sentivo veramente bene”.
Quando Iyengar e Desikachar, per i loro numerosi impegni oltre i confini europei, smisero di frquentare casa Scaravelli, Vanda ebbe modo di personalizzare la sua pratica, ascoltando in profondità il suo corpo. Scoprì così “un mondo senza obiettivi rigidi e senza competizione”.
Vanda Scaravelli giunse a sviluppare un approccio allo yoga, scandito da libertà, flessibilità, ascolto, armonia.
Infine, l’insegnamento
Vanda iniziò insegnare yoga molto tardi, accettando solo un piccolo numero di studenti. Le lezioni le teneva nella sua casa fiorentina. Erano prevalentemente lezioni individuali e lo yoga era intervallato dalle note del suo pianoforte.
Diane Long è stata la sua prima allieva e ha avuto modo di praticare con lei per ventitré anni.
Nonostante le sue profonde conoscenze e il suo particolare modo di insegnare yoga, Vanda Scaravelli non ha voluto fondare una propria scuola, e nemmeno attribuire un nome specifico al suo metodo, unico nel suo genere.
Una scelta in armonia coi suoi principi e con la sua filosofia di vita. Probabilmente è anche per questo che viene spesso dimenticata nella lista dei grandi pionieri dello yoga in Italia. E paradossalmente, è più considerata e ricordata all’estero.


Per fortuna, ci ha lasciato come preziosa eredità un suo illuminante libro “Awakening the Spine: Yoga for Health, Vitality and Energy”, scritto già ottuagenaria. Grazie alle Edizioni Mediterranee possiamo leggere la traduzione italiana: “Tra terra e cielo: Risvegliare la colonna vertebrale con la pratica yoga”.
Appunti sullo yoga. L’eredità di Vanda Scaravelli

Diane Long, la sua prima allieva, insieme a Sophy Hoare, hanno dato alle stampe “Notes on yoga. The legacy of Vanda Scaravelli”, pubblicato in Italia da Ubaldini Editore con un titolo che ricalca l’originale “Appunti sullo yoga. L’eredità di Vanda Scaravelli” (traduzione di Maddalena Gana).
Un libro che riporta la pratica dello yoga a una dimensione più libera, aperta, destrutturata, priva di “dogmi”.
Appunti sullo yoga è un manuale che invita i lettori/allievi/praticanti a “lasciare andare le loro precedenti convinzioni sullo yoga”, indagando gli asana da “una prospettiva diversa”.
Attraverso riflessioni personali e aneddoti, le Autrici fanno affiorare in questo volume la voce di Vanda Scaravelli, una donna che ha precorso i tempi e che, ancora oggi, avrebbe molto da insegnare in un mondo, quello dello yoga contemporaneo, diventato troppo orientato alla forma e alla dimensione fisico-estetica, che non “al sentire” del corpo.
Come sottolineò la maestra Vanda Scaravelli:
“Non è tanto la bontà della prestazione che conta
nell’eseguire un asana,
quanto il nostro approccio sia fisico, sia mentale”.

a cura di Silvia C. Turrin