Un ricordo del maestro zen Thich Nhat Hanh

La morte del maestro Thich Nhat Hanh crea un immenso dolore, ma allo stesso tempo, siamo consapevoli della preziosa e vasta eredità che questo monaco zen vietnamita ci lascia.

Gli insegnamenti che ha donato al mondo nel corso della sua lunga, intensa vita hanno illuminato il cammino esistenziale di tante persone. Per questo ci sembra doveroso ricordarlo, anche per il suo fondamentale contributo alla diffusione in Occidente della pratica meditativa.

L’unica nostra arma è la pace

Il maestro zen Thich Nhat Hanh ha lasciato il corpo all’età di 95 anni. Nel 2014, un grave ictus lo aveva privato dell’uso della parola. Grazie al sostegno delle monache e dei monaci del sangha, si era ritirato nel suo paese natale, il Vietnam, ritornando nel tempio dove appena sedicenne divenne ordinato monaco. È morto proprio nel tempio di Tu Hieu, il 22 gennaio 2022.

La sua esistenza è sempre stata scandita da passi di pace, perché la guerra l’aveva vista in faccia.

Nato nel 1926 in un ambiente semplice e votato alla pratica del buddhismo, Thich Nhat Hanh crebbe durante il colonialismo francese. Tra la fine del 1946 e il 1954 fu testimone della guerra d’Indocina, al termine della quale il Vietnam venne separato tra Nord e Sud, dal 17° parallelo.

Due anni dopo la divisione, i vietnamiti avrebbero dovuto partecipare a un referendum, per decidere del proprio avvenire, ma l’ingerenza degli Stati Uniti con a capo il Presidente Dwight D. Eisenhower cambiò la situazione.

Il 17° parallelo da linea di demarcazione temporanea divenne un vero e proprio confine internazionale. Il Vietnam divenne così terra di scontro durante l’epoca della Guerra Fredda.

Thich Nhat Hanh visse tutto questo guardando gli eventi con gli occhi di un buddhista impegnato. Divenne attivo, insieme al sangha di monaci, nella società vietnamita, per alleviare dolore e per portare conforto.

I suoi discorsi intrisi di pace e di consapevolezza amorevole, i suoi scritti e le sue poesie, lo resero “un apostolo della pace e della nonviolenza”, come lo definì nel 1967, Martin Luther King. E sempre il pastore afroamericano indicò Thich Nhat Hanh quale persona meritevole di ricevere il premio Nobel per la pace. Un premio che mai ricevette, eppure il monaco zen vietnamita è stato un vero maestro che ha indicato la strada per portare la pace nel mondo.

Lo ha fatto anche diffondendo in Occidente la pratica meditativa. In particolare, i suoi insegnamenti invitano a nutrire la presenza mentale, l’ascolto amorevole e compassionevole.

 

“Quando praticate il vivere in presenza mentale, la pace sboccerà durante le vostre attività di tutti i giorni”, affermava Thich Nhat Hanh.

 

La meditazione come antidoto alla rabbia

 

“La pace, la riconciliazione e la felicità cominciano da te

Con questo messaggio Thich Nhat Hanh invitava le persone che seguivano i suoi ritiri a intraprendere un percorso di pace e di consapevolezza partendo a se stessi, lavorando su se stessi. La meditazione, come la trasmetteva il monaco zen vietnamita, diventa un mezzo per sviluppare quelle qualità fondamentali per costruire un ambiente sereno e armonioso. Ognuno può costruire uno spazio di pace, proprio grazie alla pratica. La meditazione non è solo seduta, ma la si può sperimentare bevendo un tè, coltivando rose, camminando in presenza mentale. Meditare significa anche ascoltare in modo profondo, se stessi e gli altri.

Sono così tanti gli insegnamenti che Thich Nhat Hanh ci ha donato che non basta un articolo online per sintetizzarli. Vi invitiamo dunque a scoprirli ri-leggendo i suoi scritti racchiusi in tante pagine intrise di pace e di amore.

 

2 Commenti

  1. Certi maestri possono cambiare un destino. Esperienza personale

    1. Grazie di cuore Anna Maria per il prezioso commento. Buona pratica

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