Un buon libro per capire e per capirsi

“Ci sono persone che non si sarebbero mai innamorate se non avessero mai sentito parlare dell’amore”, affermò La Rochefoucauld. Parafrasando questo pensiero si potrebbe dire: “Ci sono persone che non si sarebbero mai avvicinate al proprio mondo interiore se non avessero mai letto un libro”. E se il libro in questione parla di meditazione allora si è ancora più invogliati a fermarsi e a guardarsi dentro. Unire tra loro biblioterapia e pratica meditativa ci permette di capirci più a fondo e di osservare la realtà in modo più consapevole.

La biblioterapia

Come suggerisce il nome, la biblioterapia utilizza i libri come strumento per trattare determinati disturbi. Attraverso la lettura si possono mitigare o addirittura risolvere problemi legati per esempio all’ansia, all’umore, all’insonnia. L’idea che i libri siano “amici” e che possano aiutarci a stare meglio non è nuova. Già lo scrittore Victor Hugo decantava i benefici della compagnia di un buon libro. Ma soltanto agli inizi del XX secolo si incominciò a parlare in modo specifico di biblioterapia grazie al lavoro pionieristico di Sadie Peterson Delaney (1889-1958). Malgrado la politica razzista e segregazionista di quell’epoca, questa donna afro-americana condusse una serie di studi clinici presso un ospedale dell’Alabama.

Il suo intento fu quello di curare quei militari rimasti traumatizzati a livello mentale a causa del dramma della Prima guerra mondiale. Sadie Peterson Delaney lavorò anche con i non vedenti. La scelta delle letture erano attentamente vagliate anche consultando i medici e i risultati sul morale e sull’equilibrio dei pazienti furono tangibili. Solo verso gli anni ’60 del secolo scorso si iniziò a parlare ufficialmente di biblioterapia definibile come: “l’utilizzo di un insieme di letture scelte quali strumenti terapeutici in medicina e in psichiatria. e un mezzo per risolvere problemi personali grazie a una lettura guidata” (fonte Webster International).

A chi è indirizzata la biblioterapia

La biblioterapia, in particolare, è d’aiuto a quanti soffrono di angoscia, ansia o di lievi forme di panico. Occorre però che le persone siano sempre seguite da un terapeuta e da un medico. In molti ospedali anglosassoni la biblioterapia viene inserita come trattamento che integra i tradizionali e classici percorsi di cura. Negli Stati Uniti è talmente importante che è stato creato l’International Federation for Biblio/Poetry Therapy (IFBPT), ente che si occupa della formazione e dell’aggiornamento dei biblioterapisti. Romanzi, classici, racconti, libri di poesie, e poi libri che trattano di crescita personale e di pensiero positivo, libri a tema di self-help: la scelta è davvero ampia. La biblioterapia in fondo si indirizza a tutti coloro che vogliono conoscersi di più, per comprendere certe emozioni e per ampliare il proprio sguardo.

Partendo da un buon libro ci si può avvicinare alla pratica meditativa e allo yoga, per poi fare un passo successivo, iniziando a seguire un corso con un insegnante qualificato.

Per avere qualche consiglio di lettura visita la nostra sezione dedicata ai Libri.

Buona lettura.

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