Dave Emerson è l’ideatore del protocollo di Trauma Sensitive Yoga (TSY), ovvero una forma di Hatha Yoga utilizzata in ambito terapeutico. Il Trauma-Sensitive Yoga si inserisce come percorso complementare alle classiche tradizionali cure in presenza di un trauma psichico e/o fisico. Questa forma di yoga combina posture fisiche, esercizi di respirazione e un’attenzione intenzionale al proprio corpo basata su una profonda consapevolezza. Attraverso questo tipo di yoga si impara ad ascoltare le proprie sensazioni fisiche, le emozioni, i pensieri. Si entra così in profonda connessione con se stessi, con il proprio mondo interiore. È un percorso quello del Trauma-Sensitive Yoga che crea una connessione tra mente e corpo, promuovendo un profondo equilibrio.

Esso si è rivelato molto utile nelle persone sopravvissute a un trauma, le quali dimostrano resistenze verso il proprio corpo, che si può trasformare in un nemico. Grazie al Trauma-Sensitive Yoga si riescono a identificare le cause profonde delle emozioni e delle sensazioni disturbanti, per poi elaborare risposte adeguate. Grazie a una ricerca avviata dal dottor Van der Kolk sono emersi i benefici del Trauma-Sensitive Yoga su un gruppo di donne che soffrivano emozioni forti e pesanti: tramite questa forma di Hatha Yoga le tensioni sia emotive, sia fisiche sono diminuite. Il Trauma-Sensitive Yoga permette di guarire il proprio corpo e prevede tre fasi: “avere un corpo”, “prendersi cura del corpo” e “il corpo come risorsa”.

Un recente studio portato avanti da vari ricercatori, tra cui David Emerson del Trauma Center presso il Justice Resource Institute di Brookline, ha messo in evidenzia l’efficacia del Trauma-Sensitive Yoga in quei casi di donne che hanno subito violenze domestiche. I livelli di ansia e i disturbi legati alla depressione vedono una diminuzione grazie al protocollo Trauma-Sensitive Yoga. Il protocollo prevede pratiche nell’arco di 12 settimane. Lo yoga si conferma anche in questo caso benefico, purchè praticato in un contesto protetto.